“Morti e feriti” da ambo le parti
Nella calma, tranquilla, pacata, attendista e un po’ menefreghista, perfino consenziente Macerata ci sono stati, a breve distanza l’uno dall’altro, consequenziali, due “colpi di scena” ma fuori dal teatro Lauro Rossi, esattamente in piazza, sotto il palazzo del Comune, proprio sopra lo stemma cittadino, calpestato simbologicamente, ma anche in pratica, da una folla inferocita di commercianti. Non tutti, naturalmente, perché una buona parte di essi è rimasta asserragliata in negozio, nella disperata attesa che qualche cliente di passaggio fosse irretito dalla loro vetrina, ossia a farsi gli affari propri inforcando occhiali con spesse lenti da miope. Ma la protesta c’è stata e alte sono state le grida di dolore e d’offesa. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la dichiarazione improvvisa del Sindaco, Romano Carancini, che annunciava la chiusura totale del centro storico, con piccoli distinguo di natura sofistica. Quei poveracci dei commercianti, già duramente provati dalle decisioni delle precedenti amministrazioni (parcheggi sbagliati, viabilità sbagliata, eccesso di centri commerciali…), si sono visti sprofondare la terra sotto i piedi, trascinando nella rovinosa caduta le loro botteghe fin dentro gli antichi cunicoli sotterranei maceratesi.
Avventato il Sindaco e chi lo ha consigliato.
Una decisione presa nel tempo sbagliato da chi il commercio non lo vive e nemmeno lo vuol capire. Perché dovrebbe capirlo? Perché con l’attività dei negozi ci vivono centinaia di persone, tra famiglie di titolari e di commessi e un Sindaco dovrebbe mettere sempre al centro della sua attenzione le necessità dei cittadini. In periodi di vacche grasse tutto si può fare ma in tempi di crisi le persone, le loro attività, vanno sostenute. Non si fa il contrario. E poi, come da sempre sosteniamo, la chiusura di un centro storico dalle caratteristiche medievali va “preventivamente” supportata da un servizio accessorio fondamentale: il parcheggio sotto Rampa Zara, chiesto a più riprese dalla città con migliaia e migliaia di firme raccolte e mai attuato.
Questo si chiama: creare i presupposti.
Invece la Giunta che ti fa? Giusto per far capire che non s’intende di commercio, invece di realizzare il parcheggio sotto Rampa Zara ne va a comprare un altro, spendendo milioni di euro, il quale, però, i proprietari lo vendono (ma non lo svendono) perché non funziona e non ha mai funzionato! E’ il ParkSì che su due piani ne ha uno da tempo chiuso perché non frequentato. Un commerciante mai comprerebbe un’attività che non funziona, degli improvvidi amministratori sì.
E poi un’area adibita a parcheggio deve avere un presupposto fondamentale: accesso rapido e non faticoso al centro storico, cosa che non è per i parcheggi maceratesi, escluso il Garibaldi che, guarda un po’, è sempre tutto esaurito. E fu così che il Sindaco, sceso in piazza dal Palazzo più per spiegare che per ascoltare (è stato chiarissimo: “Non ritiro la delibera!”) si è preso male parole a destra e a… manca, criticato anche da parte della maggioranza. Poi, si sa, una ciliegia tira l’altra e sono volate le ormai classiche frasi maceratesi: “La Lube non c’è più… il palazzetto dov’è? La piscina… ecc.”. In tema di chiusure e di aperture è arrivata anche una proposta… sconveniente in Civitas Mariae: “Aprite le case chiuse!” Battute a parte i negozi soffrono anche per altri motivi, per la concorrenza portata dai centri commerciali (guarda un po’ questi hanno immensi parcheggi gratuiti e ridosso dell’entrata), per le vendite online in crescita esponenziale (nemmeno ti devi spostare con l’auto ma il corriere ti bussa all’uscio di casa), per la maledetta crisi che attanaglia le famiglie, per un antico retaggio in base al quale è tanto scomodo tenere aperto nel dì di festa. Perché la Giunta vuole la piazza sgombra? Perché sta puntando su cultura e turismo e vuole la piazza libera per i turisti: vede la situazione solo dal suo punto di vista mentre dovrebbe allargare la visuale: un turista (sempre aspettando il parcheggio sotto Rampa Zara) può per ora scattare foto anche tra le auto; un residente può, per ora, vivere anche tra le auto, un negozio che non può essere raggiunto invece muore. Sotto il Palazzo c’è stato muro contro muro. E la politica? E’ un’arte e come tale va fatta solo dagli artisti.
Fernando Pallocchini