di Forza Rata
Sapete quelle giornate in cui fin dal primo mattino non ne va bene una? Ecco, sì, proprio quelle… vedo che le conoscete bene. Ebbene, ieri è stata una di quelle. La sera, prima di andare a dormire, avevo postato su facebook una questione che mi stava tanto a cuore, così, appena alzato, per vedere se avessi avuto una qualche risposta dagli “amici”, la prima cosa che ho fatto ho acceso il computer. Niente da fare, come provavo a digitare qualcosa scattava l’antivirus e mi si sconnetteva il sistema. Le ho provate tutte ma senza risultato. Mi stava venendo una crisi di nervi per cui sono andato in bagno per darmi una rinfrescata, mi sono guardato allo specchio e sono scoppiato in una sonora risata: “Amico mio… per forza ti scatta l’anti-virus! Stralunato e spettinato sembri proprio un brutto virus e il computer, appena ti vede, fa partire le difese!” Ecco, con un po’ di autoironia la questione è sistemata. Per il momento. Infatti, poco dopo, suonano dal portone del palazzo, alzo il citofono e domando: “Chi è?” mi risponde una voce inequivocabilmente maschile: “Sono Alice…” resto interdetto e oso: “Alice? ma se lei è un uomo!” al che l’altro risponde: “Sì, certo, ho l’Adsl!” ho riattaccato sconvolto mentre pensavo: “Poverino, non solo è un… diverso ma è pure malato!” Benedetta ironia che arrivi sempre in mio soccorso quando ne ho bisogno. Con l’umore che mi ritrovo non ho proprio voglia di un tecnico per casa a sistemarmi la linea internet, ritornerà. Poi esco per andare in ufficio e qui, catastrofe. Musi lunghi dei colleghi che non lasciano presagire niente di buono. Chiedo: “Salve, che succede?” mi si risponde: “Ci hanno installato dei nuovi computer altamente sofisticati, di nuova generazione, in grado di fare il lavoro di cento persone”. Replico: “Eccezionale! E che fanno esattamente?” Laconica la risposta: “Non lo sappiamo, non abbiamo potuto metterci le mani perché ci hanno licenziato tutti!” Hai capito il computer? Il brutto ammasso di plastica e metallo ci ruba il posto di lavoro. Raccolgo le mie cose dalla scrivania e mogio mogio me ne torno a casa. Qui giunto siedo sul divano e penso… che razza di mondo disumanizzato abbiamo fatto diventare questo nostro. Per alcuni dei nostri simili conta di più il profitto che convivere in armonia con tutti… s’inventano di tutto per privarti della soddisfazione di essere utile, a te stesso e agli altri, lavorando. E adesso che faccio? Che aiuto mi può dare l’ironia in questo caso? Pensare che mi sarebbe piaciuto fare lo scrittore, per stimolare le persone a livello emotivo scrivendo libri che facessero urlare, piangere, tremare di rabbia e di dolore… ironia della sorte mi sono trovato un nuovo lavoro, sempre davanti a un computer: scrivo a utenti morosi per conto di una agenzia di recupero crediti! Ma… chi sono i colpevoli di questa situazione planetaria? Eccoli, ecco che razza di gente è… leggete!
Informatici o imbroglioni patentati..?
Tre ingegneri della Apple e tre ingegneri della Microsoft sono in stazione per andare a un meeting informatico. Quelli della Microsoft acquistano un biglietto ciascuno mentre gli altri ne comprano solo uno in tre. Durante il viaggio, poco prima che il controllore entri nel loro scompartimento gli ingegneri Apple corrono alla toilette e ci si chiudono dentro. Gli ingegneri Microsoft osservano la manovra poi vedono che il controllore, dopo aver obliterato i loro biglietti, si dirige alla porta della toilette e bussa dicendo: “Biglietti, prego!”. Una voce dall’interno risponde: “Ecco!” Un biglietto scivola da sotto la porta, il controllore lo verifica e se ne va. Gli uomini Microsoft sono impressionati dalla tecnica dei colleghi Apple. Al ritorno i sei si incontrano alla stazione, quelli della Apple comprano il solito biglietto, mentre quelli della Microsoft non ne comprano. Al solito, all’avvicinarsi del controllore gli Apple, corrono al bagno. Appena si sono chiusi dentro un ingegnere Microsoft, bussa alla porta della toilette e dice: “Biglietti, prego!”, si appropria del biglietto passato sotto la porta e raggiunge di corsa i suoi colleghi nell’altra toilette. Ovvero… tutti pronti a imbrogliare.