di Fulvia Foti
Amo gli animali e credo di conoscerli abbastanza bene e affermo che anche il gatto è dotato di intelligenza, di intuizione di sensibilità e indipendenza. Sembra infatti che anch’esso, per quanto ami la sicurezza della sua casa, quando percepisce che la sua vita sia a una svolta, scelga di allontanarsi per attendere in solitudine la sua fine. Non affermerei con tanta baldanzosa sicurezza che sia per egoismo che vogliamo vivere qualche attimo in più usando le tecniche moderne di cui oggi la medicina dispone. Ho perso da poco tempo, in famiglia, persone di età giovanile, che sono state assistite con tutti i mezzi che la scienza medica oggi possiede e ha potuto darci. Abbiamo sofferto tutti ma abbiamo rispettato la vita. La vita è un regalo di Dio e anche la morte di conseguenza. Forse nei secoli lontani l’uomo non soffriva degli stessi mali di oggi e gli saranno bastati gli infusi di erbe selvatiche per curarsi. Se potessi scegliere, dico per eufemismo, perché ho una fede cristiana, convinta da sempre ma se potessi sceglierei la vita, perché sono talmente molteplici e camaleontiche le sfumature del bello, di cui è pervaso questo nostro mondo terreno, che non smetto mai di stupirmi per la meraviglia: un fiore che sboccia, il volo di una rondine in cielo, l’armonia di una musica che inebria l’anima. Mi sento amareggiata se penso di aver sciupato per contrarietà interposte giorni, mesi o anni, del mio vissuto. E temo “la falce”.