Un nome inciso su un monumento a Benevento
Ero incuriosito dalle lapidi dei caduti in guerra Corridoniani. Gli unici precedenti alla I° Guerra Mondiale sono: Antonio Pavoni morto nel 1848 e Camillo Lauri deceduto nel 1862. Riguardo al Pavoni, il 1848 faceva pensare a qualche evento della I° Guerra di Indipendenza, per il Lauri invece, il 1862 mi lasciava molto perplesso: nel 1862 non era in corso alcuna guerra, mi chiedevo quindi in quale occasione potesse essere morto. Primo indizio fu un articolo del Vessillo delle Marche del 21/09/1863 in cui si riferiva di una Messa Funebre in suffragio di Camillo Lauri morto il 24 febbraio 1863 in un combattimento contro i briganti in provincia di Benevento, a Francavilla. Si capiva che la data di morte era errata, e che il soldato era caduto nella repressione del brigantaggio: coincidenza, la messa funebre era accompagnata dalla musica del M° Vincenzo Pavoni, fratello del citato Antonio morto nel 1848. Qualche anno dopo mi imbatto in internet in una sbiadita foto di un vecchio monumento funebre dove sono elencati i 17 caduti della contrada Francavilla di Benevento: l’attenzione mi cade su “sottotenente Camillo Lauri Pausula”. Tento di sapere se il monumento sia ancora esistente. Dalle Istituzioni non ho risposta, finché cercando tra i giornali del beneventano trovo un articolo che riporta il restauro della Provincia del monumento funebre ai caduti della strage di Francavilla. L’articolo è firmato, scrivo e mi arriva la risposta del professor Morante. In contemporanea visiono un vecchio libro del 1865 pubblicato a Londra dal conte Maffei, dal titolo suggestivo Brigand life in Italy: in due pagine il Maffei narra la triste vicenda. Camillo Martino Lauri nasce il 12 novembre 1839 in una ricca famiglia di Montolmo. A 20 anni nel 1859 si arruola volontario nell’esercito Sardo come semplice soldato di truppa. Al momento della morte era in forza al 39° Reggimento Fanteria Brigata Bologna di stanza a Modena; ritengo quindi che si sia arruolato allo scoppio della IIa Guerra di Indipendenza e inglobato nel 22° Reggimento Fanteria d’Italia Centrale e con esso aver vissuto le ultime fasi del conflitto partecipando forse alla sanguinosa battaglia di San Martino. La Brigata Bologna viene costituita il primo gennaio 1860 formata da volontari provenienti dall’Emilia Romagna e dall’Italia centrale. La brigata partecipa alla Campagna dell’Unità d’Italia inglobata nel V° Corpo d’Armata che invade l’Umbria al comando del generale Della Rocca; espugna Perugia e duran-te l’assedio di Ancona, il 26 settembre ‘60, conquista la ridotta dei Monti Pelago e Pulito, operazione che varrà al reggimento la Medaglia d’Argento al Valor Militare: forse è proprio in questa azione che il Lauri si è guadagnato la nomina a ufficiale. Il 39° si sposta quindi all’assedio di Civitella del Tronto. Nel 1863 il Lauri, come metà del Regio Esercito, viene inviato nel meridione, destinazione Benevento. Gli scontri si susseguono con morti e feriti da ambo le parti, il governo non riesce a controllare stabilmente neanche la periferia della città. Nel febbraio 1863 viene inviato a comando di un plotone composto da 25 uomini a un casale chiamato Torre Palazzo, una località a pochi chilometri dal centro abitato. Le scaramucce con la piccola banda del brigante Ricciarelli si susseguono perché la fanteria non riesce a bloccare i briganti a cavallo. Dopo una fredda notte in bianco, la mattina del 24 febbraio il Lauri si addormenta sulla paglia con vicino il suo cane. Spari e urla lo svegliano dal sonno: la banda del Ricciarelli provoca e insulta i soldati. Il giovane esasperato e irritato lascia 8 uomini di guardia e con i restanti si lancia all’inseguimento dei briganti che si portano sulla vicina collina di Francavilla; non prende nessuna precauzione, anzi dispone i suoi uomini in ordine sparso lontani l’uno dall’altro per coprire maggiormente il territorio. Il Lauri non era stato informato che le bande dei fatidici Michele Caruso e Giuseppe Schiavone si erano riunite formando un gruppo di circa 135 briganti: l’imboscata è riuscita. Lo scontro è cruento, i soldati attaccati singolarmente cadono tutti dopo una disperata resistenza. I morti nelle file dei briganti sono molti, Caruso ordina di dare fuoco ai corpi per nascondere l’ingente costo della vittoria. Quando l’esercito avvisato si porta sul luogo trova 17 cadaveri: unico superstite è il cane del Lauri che lecca disperatamente il padrone. I soldati vengono sotterrati in una fossa comune senza neppure il nome e con solo una croce di legno: si agisce peggio che in guerra. Il ricordo della strage rimane forte tra la popolazione. Nel 1896 la Pubblica Assistenza di Benevento si impegna affinché i soldati abbiano degna sepoltura. Il 23 febbraio i resti sono solennemente trasportati al cimitero in un loculo messo a disposizione della Società Operaia poi, nel 1901, un comitato presieduto dall’avv. G. Rossi raccoglie fondi per erigere un monumento in memoria dei Martiri di Francavilla: una donazione arriva anche dal Re Vittorio Emanuele III. Il monumento progettato da Vincenzo Bancale è eseguito da Salvatore Pisani. Interamente in marmo di Carrara ha una base di 2 metri e un’altezza di 6. E’ inaugurato il 31 maggio 1903 nel cimitero di Benevento alla presenza di alte autorità civili e militari e di una rappresentanza dello stesso 39° Reggimento. Il 17 marzo 2011, in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, il comune di Corridonia ha intitolato un Largo al sottotenente Camillo Lauri.
Modestino Cacciurri