Uno scontro a colpi di pennello
A Macerata c’è sempre stato fermento artistico, vuoi per la presenza dell’Accademia di Belle Arti che ha presentato artisti illustri come insegnanti, vuoi per la presenza di personaggi che al mondo dell’arte internazionale hanno dato molto. Tra questi, due artisti di lungo corso come Silvio Craia e Daniele Cristallini, esponenti di spicco della pittura astratta e gestuale. Il “Laboratorio 41” li ha chiamati per creare un evento particolare, una sfida bonaria consumata a spatolate e colpi di pennello, barattoli di vernice e tubetti di colore a olio. Campo di battaglia sono bianche tele sistemate in un salone rivestito di drappi in plastica trasparente. E che la tenzone abbia inizio! Pochi colori per Silvio, il blu, il giallo e il bianco i quali, però, grazie alle sue lunghe pennellate danno vita a profili di colline, cieli solcati dai venti, natura selvaggia. Le tinte si mischiano, i colori si moltiplicano, il paesaggio diventa un’astrazione e la gestualità è rapida, sintetica. Le persone presenti sono affascinate dall’energia che traspare dalle opere. Scattano foto in alto i tablet! Risponde Daniele, i suoi colori sono diluiti, i primari si spalmano sulle tele, forti contrasti tra caldi e freddi, trasparenze e velature amalgamano le forme squadrate, il risultato è di una forza incredibile, l’artista riversa sulle tele paesaggi sedimentati da tempo nella sua mente e sono intense emozioni per tutti. Il paesaggio è lo stesso, la natura non muta, cambiano l’occhio e la mente di chi guarda, gli stati d’animo dei due artisti captano le immagini in modo diverso e diversa è anche la loro gestualità espressiva, così che diversa è la realtà oggettiva finale delle loro opere. Poi c’è lo spettatore, che subisce passivo l’atto creativo per divenire, alla fine, a opera conclusa e poggiata ad asciugare da qualche parte, egli stesso parte attiva nella interpretazione, che viene filtrata in base alle proprie esperienze di vita, alla propria cultura, al proprio sentimento, al proprio umore presente nell’attimo, al coinvolgimento nella creazione. E l’opera si offre pronta a essere capita, somatizzata e trasfigurata. Tra Craia e Cristallini risultata vincente, come sempre, è stata l’arte.