Un grido di rabbia in un periodo culturalmente decadente
Vernissage a Pioraco il 10 maggio alle ore 17:00, presso la sala mostre di largo Giacomo Leopardi 3, della manifestazione artistica denominata “Spending Review”. L’esposizione durerà fino al 18 maggio e vedrà la partecipazione di Javier (pittore e scultore); Gianduz (pittore e fotografo); Margot Croce (poetessa); Mario Lugliolini (poeta); Morena Oro (poetessa); Piero Falduto (fotografo); Stefano Di Marco (illustratore).
Perché “Spending review”?
Oggi spesso sentiamo pronunciare un termine che sembra esser diventato anche alla moda. Il termine “spending review”, a intendere un processo diretto a migliorare l’efficienza e l’efficacia della macchina statale nella gestione della spesa pubblica, attraverso la sistematica analisi e valutazione delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e di attuazione, dei singoli atti all’interno dei programmi, dei risultati. Con questo procedimento si analizza “più il come che il quanto”; ovvero, i capitoli di spesa di uno o più ministeri vengono passati al vaglio per vedere cosa può essere tagliato, per scoprire se ci sono sprechi o casi di inefficienza. La revisione della spesa pubblica investe anche gli acquisti delle amministrazioni pubbliche. Principio dell’operazione, in linea teorica, è quello di identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi che sono stati affidati alle diverse amministrazioni, o che li raggiungono solo in maniera inefficiente, a fronte di spese molto più alte del necessario. La sensazione che si ha, purtroppo, è che la “mannaia” del boia “spending review”, decapiti sempre i poveri disgraziati. La cosa che più colpisce in tutto questo gioco perverso è la presenza della “cultura” tra i condannati al patibolo. Basta guardare Pompei, al suo stato di abbandono e all’assenza delle istituzioni. Basta guardare monumenti come il Colosseo, in salvo grazie a forze private. La scuola, che credo abbia perso la sua vera identità, imponendo quiz da scuola guida al posto delle poesie e delle belle letture… Uno Stato che nega la cultura è uno stato dittatoriale. D’altronde un popolo ignorante si governa con più facilità, si manipola con più destrezza, come racconta Ignazio Silone nel suo romanzo “Fontamara”. Questa collettiva vuol essere un grido di rabbia a questa situazione, mettendo in mostra non solo opere pittoriche e scultoree, ma anche poesia e performance. Un’esposizione che vuol essere un abbraccio tra artisti, fruitori e cultura.Un urlo terrificante come quello di EdvardMunch, per far capire anche ai più distratti, le angosce e lo “smarrimento”; il disagio che molti artisti (e non solo) vivono in questo periodo di decadenza culturale.