Il popolo italiano tace

di Lucia Mosca

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Ecco il nuovo anno: niente di nuovo rispetto all’anno precedente. Un Paese alle strette, cittadini alla fame, pluritassati per avere in cambio solo disservizi. Dalla Giustizia alla Sanità, agli uffici pubblici, siamo ormai risucchiati nel vortice di una macchina burocratica impazzita, che eroga a campione, ma macina continuamente soldi. I nostri. Eppure, di fronte a tutto questo – è di poco tempo fa la notizia di una giovane coppia sfrattata e costretta a vivere in auto con un bimbo di pochi giorni – di fronte alla sempre maggiore difficoltà di ciascuno di noi (chi lavora onestamente) nell’arrivare alla fine del mese di contro a una popolazione di parassiti che succhia, bellamente e senza neanche il pudore di nasconderlo, la linfa vitale del Paese, privilegiando spesso categorie che non portano economia ma che vanno sostenute e aiutate alle spalle nostre, il popolo italiano tace. Dopo il moto di orgoglio del movimento dei Forconi, è calato, col nuovo anno, un silenzio assordante. Come se non fosse più vero quanto asserito solo poche settimane prima, come se ci fossimo rassegnati ad adeguarci per l’ennesima volta al sistema. Chi sperava in Renzi è rimasto deluso. Una delusione cocente ma prevedibile. Come prevedibili erano i rincari messi nel paniere del nuovo anno e l’arrivo a casa della lettera dell’Agenzie delle Entrate relativa al pagamento del Canone Rai. Alla fine, per quello che serve, della Rai si può anche fare a meno. Quello di cui non si può fare a meno è la possibilità di avere un lavoro stabile e giustamente retribuito, di usufruire di un sistema sanitario efficiente, di servizi pubblici che lo siano davvero, di sentirsi protetti da una Giustizia davvero uguale per tutti. Che cosa potrebbe cambiare le cose? Forse uno sciopero fiscale potrebbe essere utile. Numerose famiglie si trovano spesso nella condizione di dover scegliere se pagare tasse e bollette varie o cercare di sopravvivere. Mini-Imu, Tares, tasse professionali, e chi più ne ha più ne metta. Lo sciopero fiscale, dice qualcuno, potrebbe costituire un valido strumento per mettere alle strette lo Stato che, invece di comportarsi come un padre, reagisce alla disoccupazione e alla povertà che regolano la vita di molte famiglie italiane mettendo a loro disposizione slot-machine e gratta e vinci. Ingrassando ancora di più le proprie tasche, sempre a spese nostre. Certo, uno sciopero fiscale che vedesse tutti uniti potrebbe avere buone probabilità di riuscita. La domanda è: un popolo come il nostro, abituato a farsi fare di tutto, avrà mai la forza di realizzarlo? E’ sempre bene essere ottimisti,  perché il pessimismo non aiuta di certo a cambiare le cose. E poi, ridere fa sempre bene, anche se da ridere c’è ormai ben poco. Forse, a livello probabilistico, è più semplice credere alla venuta degli alieni che a un vero e reale moto di orgoglio del popolo italiano. Ma chi lo sa, qualche volta i miracoli accadono.

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