di Raffaella D’Adderio
Oltre venti brani, un complesso di otto elementi eccellenti, sonorità soul jazz morbide e raffinatissime, alcuni brani con contaminazioni caraibiche e al centro della scena lui, Mario Biondi. Il suo timbro vocale caldo e robusto non conosce limiti di estensione e infiamma il pubblico accorso numerosissimo al teatro civitanovese per questa “data zero” di sabato sera, 23 novembre, che anticipa il tour vero e proprio. Uno spettacolo di oltre due ore in cui il frontman catanese dalla voce decisamente black non dà segni di fatica alcuna, canta e balla oltre dieci brani di seguito prima di una pausa e la sua ugola più è messa sotto torchio più sparge suoni meravigliosi. Nessun rigonfiamento delle vene del collo, la voce zampilla fuori da sé. Sentendolo dal vivo, Biondi dà l’impressione di aver ingoiato uno strumento che gli fa vibrare la voce dal tono più profondo a quello più alto, in tutte la sua vivacità espressiva. Sembra anche esser posseduto dagli spiriti vocali di Barry White, Louis Armstrong, Lou Rawls, redivivi con lui. La sua performance è tipica solo dei grandi della musica R&B e soul internazionale come Aretha Franklin o Marvin Gaye. Del resto, nel suo dna musicale come non poteva rimanere qualche strascico di quando, nel 1988, faceva da spalla a big del calibro di Ray Charles? Mario Biondi è da anni accreditato come artista internazionale, canta quasi tutto il suo repertorio in inglese e il suono di questa lingua ben si sposa con la sua vocalità da soul man; non mancano comunque suoi duetti con artisti italiani come i Pooh, Renato Zero, Ornella Vanoni. Biondi, Classe 1971, al suo attivo ha già due dischi di platino e vanta collaborazioni con artisti del panorama musicale mondiale come Al Jarreau, Chaka Khan, James Taylor, il gruppo anglosassone Incognito, tutti presenti nel suo ultimo album “Sun”. Sul palco del Rossini, ha riproposto quasi tutto l’album sulle splendide e fluenti note di I Can’t Read Your Mind, Shine On, Come To Me, Deep Space e anche del testo in italiano della bella La Voglia La pazzia L’Idea. Ha deliziato il pubblico con canzoni di qualche anno fa come le bellissime Be Lonely e Never Die. La sua band, quasi una squadra di pallone (otto) di squisiti musicisti: Claudio Filippini al pianoforte, Marco Fadda alle percussioni, il giovanissimo Michele Bianchi alla chitarra, Tommaso Scannapieco al basso, Daniele Scannapieco al sassofono e clarinetto, Gianfranco Campagnoli alla tromba, Ciro Caravano (ex dei Neri Per Caso) alle tastiere, Alessandro Lugli alla batteria. In ricordo del suo duetto con una leggenda della musica mondiale come Burt Bacharach, Biondi si è cimentato in un paio di brani del famoso artista tra cui la magica Close To You e in My Girl dei The Temptations che hanno rievocato le sonorità straordinarie degli anni ’60 e dei primi anni ‘70. In un’ambientazione in cui si sono mischiati i profumi della musica nera e le atmosfere proprie del Metropolitan di New York, Biondi ci ha anticipato anche diversi brani natalizi (tra cui l’avvolgente My Christmas Baby e la cover Last Christmas) che saranno nell’album in uscita oggi 25 novembre dal titolo Mario Christmas. Avremmo voluto porgli domande per il nostro periodico ma, esibendosi, Biondi ha risposto col suo linguaggio a più di quanto ci saremmo aspettati. Del resto, ci ha rubato la battuta, quando, rivolgendosi al pubblico in sala ha detto : “Questa è la data zero e voi mi avete dato già 100!”