Il buon formaggio

Notizie vere, curiose e divertenti tratte da

“Dicerie popolari marchigiane”

di Claudio Principi

merenda-pane-e-cacio

 

Dopo avermi precisato che i contratti di mezzadria stabilivano che al padrone dovesse spettare una ricotta ogni tre giorni e una forma di formaggio ogni mese, un contadino mi dice: “Lo càscio vono, quéllo che tte manna a ccàcchju rittu, ne vène da le pèco’ che, tra marzu e aprì’, magna le rcacciature d’èrbe quélle de più pìzzoco e de ‘dore: come lo sirpillo, la rugoletta, li rapùnzoli, la minduccia. ‘Esso perché, se lo devi combrà’ lo càscio, combrolo a màgghju, perché per jonda lo càscio fatto a mmàghju adè quéllo che più se mandène!” (Il cacio buono, quello che ti fa eccitare, proviene dalle pecore che, tra marzo e aprile, mangiano i nuovi germogli d’erba, quelli più piccanti e aromatici: come il timo, la rucola, i raperonzoli, la mentuccia. Per questa ragione, se devi comprare il cacio, compralo a maggio, perché in aggiunta il formaggio fatto a maggio si mantiene più a lungo!) Chiedo al contadino se è vero che il buon cacio favorisce l’erezione ed egli controbatte: “Se non era viro, perché, dimme, le donne quanno un òmu je piace, a merènna je passa lo càscio? Facce mènde.” (Se non era vero, perché, dimmi, le donne quando desiderano un uomo, a merenda gli offrono il cacio? Riflettici sopra).

 

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