L’Italia sprecona I: parole, parole, parole

di Raffaella D’Adderio

tasse

 

 

Dal testo della canzone “Parole, parole” interpretata da Mina: “…non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai… proprio mai…” – “…parole soltanto parole, parole tra noi…”.

 

Via IMU, via TARES, arriva la TASER. Detta così sembra una frase in codice pronunciata da un agente del controspionaggio internazionale! Invece sono solo “parole” improntate al nuovo politichese, una lingua diventata incomprensibile come oscure sono le azioni che da essa promanano. Nessuna paura, è tutto nella norma: i nostri politici ci vendono le loro bufale sotto nomi nuovi, siglati, mascherati, ma è sempre la stessa solfa, anzi peggio! TASER fa pensare al termine dialettale “tàser” ossia “taci!”(in Veneto e in Trentino, si dice: “Magna e tàser”, “Paga e tàser”). Anche pronunciando correttamente in italiano, il significato rimane identico: tocca pagare e star zitti! La TASER è un ensemble di tasse che cancellano le precedenti, ma ne cumulano tante di quelle in un’unica parola in modo che sembri esiguo l’esborso da corrispondere. Ora che ci eravamo abituati alla “parolaccia” spread, ci tocca cercare di codificare queste di ultimo conio. Per precisarne meglio il significato e sprovincializzarlo la TASER è anche altrimenti detta Tax Service, non un servizio taxi, ma un dazio che i contribuenti dovranno onorare (dal 2014) per coprire il 100% del costo dei servizi sostenuto dai comuni. Tale tassa sarà corrisposta direttamente a questi ultimi e comprensiva del pagamento di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani nonché dei servizi indivisibili, quali l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, le aree verdi, i trasporti. Per cui, prima eravamo costretti a pagare la tassa sulla casa e ora al suo posto pagheremo tutto quello che ci passa attorno. Equivale a dire: “Da oggi non dovete più pagarvi gli indumenti che indossate; vi toccherà solo versare un’unica somma con cui coprire i costi dei campi di cotone da cui deriva la materia prima, la manodopera degli operai, il trasporto transoceanico del corriere, il materiale di bottoni e zip, le etichette che certificano il prodotto, il deposito del marchio dell’azienda produttrice, le spese di spedizione e distribuzione, la pubblicità aziendale e via dicendo. Ma a quanto afferma il ministro Letta c’è da star tranquilli perché i comuni non saranno più semplici esattori e il motto del cittadino sarà “Pago, Vedo, Voto” cioè pago le tasse, osservo e voto il sindaco solo se applicherà bene il decreto così come previsto dalla Tax Service. Letta ha sempre parole di conforto e specifica che sarà come vivere in un condominio. Davvero? Ma se nei condomini ci si scanna anche per la luce del vialetto!

 

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