Nella cappellina di palazzo Ricci la Fondazione Carima restaura un capolavoro del Crivelli
In quello scrigno prezioso che è la Cappellina di Palazzo Ricci è conservato un capolavoro di Vittore Crivelli, uno dei suoi più riusciti lavori. E’ una tavola 74 x 74 pitturata in oro e tempera che in origine avrebbe dovuto far parte di un’opera più complessa, un polittico; forse il polittico di Potenza Picena che fu richiesto al Crivelli nel 1491 da fra’ Luca da Monte Santo per la chiesa di San Francesco, purtroppo andato disperso in età napoleonica. La sapiente figurazione, ponendo la Madonna in secondo piano rispetto alla Maddalena e a San Giovanni Evangelista, intimizza il dolore della Madre Santa, sottolineato dal gesto amoroso della mano che lieve accosta il capo del Figlio al suo volto. Così commenta il Papetti: Il Compianto maceratese si segnala per l’elegante ed efficace intreccio delle mani della Maddalena con quelle di Gesù che dà luogo a un complesso gioco di linee risolto con padronanza dall’artista che, del resto, può contare in questo frangente sull’accurata trascrizione del prezioso velluto auroserico che fa da sfondo all’immagine: né si può tacere del tentativo spaziale esperito dall’artista nello scalare le figure oltre il limite del parapetto lapideo in un riuscito gioco di emergenze e di affondi, raramente affrontati con rara sagacia. Questa opera faceva parte della Collezione Muti-Bussi e fu acquisita nella seconda metà del ‘900 dalla Cassa di Risparmio di Macerata per poi passare alla Fondazione. Oggi è il momento centrale della Cappellina di Palazzo Ricci e lascia tracce di stupore sul volto dei visitatori: una pausa lunga 500 anni nel percorso espositivo delle sale ricche di opere del ‘900.
F.Pallocchini