di Raffaella D’Adderio
Dal mondo animale prendiamo spunto per descrivere gli atti malevoli di un’intera classe politica non certo destinata ad andare in paradiso! Cominciamo dalla zanzara che è un insetto comunissimo e molesto in particolare nei periodi di caldo torrido. Cosa fa la zanzara per rimpinzarsi la pancia? Succhia il sangue degli esseri umani e ci regala anche quel fastidioso prurito! Effetti pruriginosi più irritanti ci lasciano, invece, i politici che saccheggiano il denaro di noi contribuenti, succhiano persino gli spiccioli dai nostri miseri stipendi aumentando le tasse, allargano il debito pubblico caldeggiando proposte politico-economiche truffaldine e, per questo, destinate a soddisfare solo le loro bramosie! Il maiale è un animale utilissimo, ma descritto sempre in modo spregiativo sia nella realtà dei fatti (è sudicio, maleodorante, grugnisce fastidiosamente) sia quando lo si utilizza per dare un significato più esteso a situazioni, a persone sgradevoli o nell’uso di comuni imprecazioni (porcata, porco, porco cane!). Nella politica attuale, il termine “maialino” o “porcello” è tout court il vocabolo più à la page per definire elementi diversi tra loro, ma uniti da un unicum: il malaffare, la porcata.
La storia della legge elettorale
Mai vicenda fu tanto travagliata quanto l’iter burrascoso della legge elettorale italiana! Se per i danteschi amanti Paolo e Francesca valse il verso: “…quel giorno più non vi leggemmo avante” per rendere palpabili i loro desideri, altrettanto non è possibile dire per la legge elettorale che, negli anni, è stata letta, riletta, rimaneggiata, modificata dalle coalizioni politiche succedutesi. Nel 1923, fu adottata dal Regno d’Italia in occasione delle elezioni del ‘24 con la dicitura di Legge Acerbo (non perché troppo giovane, ma dal nome del deputato che ne formulò il testo) e voluta fortemente da Benito Mussolini per assicurare al Partito Nazionale Fascista una consistente maggioranza parlamentare. Dal 1946 (anno in cui ebbero diritto al voto anche le donne), la legge elettorale acquisì carattere proporzionale e rimase tale fino al 1993. Eccezion fatta per il 1953, anno in cui essa fu sul punto di essere modificata con l’introduzione di un premio di maggioranza per la coalizione che avesse ottenuto la maggioranza assoluta dei consensi (governo De Gasperi). Fu nominata Legge Truffa e non trovò mai la luce. In seguito al referendum del ’93, con cui si approvarono due leggi che tracciarono le linee di un sistema elettorale misto a prevalenza maggioritario, si diede nuova veste alla legge elettorale sotto il nome di Mattarellum (da Sergio Mattarella). Questa fu, in seguito, rinominata Minotauro in quanto sorta di mostruosità per la sua tripla modalità di ripartizione dei seggi: per il 75% basata sul sistema maggioritario, per il 25% sul proporzionale con liste bloccate alla Camera, con un recupero proporzionale al Senato tramite lo scorporo (compensazione su base regionale per i partiti minori). Il vero colpo di genio è arrivato solo con la legge elettorale figlia del ministro Calderoli, definita da lui medesimo una “porcata” e presto da tutti acquisita come Porcellum fino ai giorni nostri. Nell’anno 2005, il verde Calderoli era il Ministro per le Riforme e, infatti, riformò talmente tante volte la legge elettorale finché fosse in grado di emettere un grugnito come quello di un maiale. E poi dicono che ai porci non spuntano le ali! Il Porcellum di Calderoli ha messo le eliche ai piedi e non ne ha voluto mai sapere di scendere a patti con l’urgente situazione italiana e con gli imprescindibili diritti di chi vota. La legge porcata prende in prestito il premio di maggioranza della Legge Acerbo (di Mussolini) e della Legge Truffa (osteggiata e mai applicata). Essa prevede la soglia di sbarramento del 4 % per raggiungere la maggioranza vincente alla Camera (con votazione su scala nazionale) e almeno l’8% dei voti per il Senato (su scala regionale). Altra caratteristica: le liste sono bloccate, per cui l’elettore può scegliere solo il simbolo del partito e non il candidato, a cui pensa la segreteria di partito.
L’immaginazione
Se è vero che il sistema elettorale è un insieme di regole utilizzato in una democrazia rappresentativa per tradurre le preferenze dei cittadini-elettori in voti e questi in seggi, è altresì vero che oggi non si trasportano in parlamento preferenze vere e proprie, ma i voti dati seguono percorsi precedentemente tracciati e ispirati a un principio di governabilità, non di rappresentatività. Con il Porcellum di Calderoli non c’è rimasto neanche più il gusto di spulciare le carte come nel gioco del poker in attesa del punteggio finale, di lasciare spazio all’inatteso e alle speranze più rosee. Che fine hanno fatto le formule usate nel proporzionalismo perfetto come il Metodo di Hare-Niemeyer (ora applicato solo alla legge elettorale italiana per il Parlamento Europeo) che servono al conteggio dei seggi da assegnare a ogni partito dopo le lezioni? Si tratta di formule matematiche inappuntabili, pure un po’ farraginose, ma in cui una delle variabili fondamentali è il numero di voti dei cittadini. Esse ci lasciavano (con la legge elettorale proporzionale) il sapore della certezza che tra quelle cifre incomprensibili fossero computati anche i nostri voti. La porcellizzazione ha semplificato tutto e ha eliminato la parcellizzazione delle idee, testimonianze uniche e individuali appartenenti a esseri pensanti, a singole identità ricche di un proprio percorso e di un credo. Immaginiamo dunque di tornare a votare, pensando di dare il nostro gettone di preferenza a chi ci rappresenta e facendo attenzione a non lasciar cadere l’ultima monetina che abbiamo nella fessura del porcello salvadanaio, a favore di quei pochi che siedono sugli scranni.
L’evasione
Evadere dal campo della legge elettorale è facile quanto rimanerci impigliati per via del Porcellum, nome preso in prestito dal mondo animale. Qui vogliamo rotolarci in cerca di un po’ di sollievo, rimanendo in parte lontani dall’atmosfera claustrofobica di una legge blindatissima e, per ora, immutabile. Come fanno i maiali che si rotolano nel fango non perché siano dei sudicioni ma per refrigerarsi a causa della mancanza di sudorazione, così faremo noi in questo scritto per sollazzarci nell’universo del maiale. Nella scelta del salvadanaio dalle sembianze suine sta un significato antico. Tra il XVIII e il XIX secolo, era abitudine contadina che, allorché avanzasse un po’ di cibo, si desse in pasto ai maiali che, ingrassati, avrebbero dato ottimi guadagni. Lo zampone natalizio altro non è che il piede del maiale imbottito, pietanza di punta delle tavole imbandite il 31 di dicembre e di buon auspicio per l’anno nuovo. Sarà persino vero che per portare prosperità al popolo italiano sia stata pensata la legge Porcellum! Dal piede di maiale imbottito al piede di porco, arma degli scassinatori: sotto quest’altra luce l’aggeggio ci richiama maggiormente alle disoneste pratiche di alcuni politici. Non sappiamo se le azioni dei ladri arraffoni e dei governanti si somiglino, certo il risultato è identico: i cittadini lasciati in mutande! Forse pochi sanno, però, che il maiale sia stato utilizzato come rimedio per un’infinità di problemi di salute. Un tempo, il pezzo di grasso situato sotto il velo della pancia del maiale (la sugna) si faceva essiccare per curare le ferite di mani e piedi, in caso di bruciature, di congelamenti, spossatezza e per i dolori reumatici. La sugna fresca bollita col miele era un ottimo calmante per la tosse cronica. Curiosità: i testicoli del maiale fatti stagionare e pestati nel latte di scrofa servivano per curare l’epilessia, il midollo di maiale somministrato per via orale era considerato un potente afrodisiaco, la mascella del maiale una mano santa per i dolori di sciatica e gli orecchioni. Non sempre il maiale è simbolo di sporcizia e volgarità, ma nell’immaginario collettivo rimane radicatissimo il costume di prenderlo in prestito per sottolineare tratti e azioni sgradevoli di qualcuno. Non a caso, come si fa a non dire che in politica quelli là stiano facendo i loro porci comodi?
La cruda realtà e la rinascita
Storia triste quella del porco: ingrassato e coccolato per quasi un anno intero, poi scannato e privato di ogni sua parte per fornire cibo agli umani. Si dice che il suino, incompreso e calunniato da vivo, sia molto apprezzato da morto. Che sia così anche per la legge elettorale dal nome Porcellum? Ora criticata come la peggiore delle beffe istituzionali e in futuro amata quando non ci sarà più? L’uccisione del maiale è stata nei secoli e, per alcune culture contadine lo è ancora oggi, un’ esperienza cruenta ma anche di rinascita. Il povero maiale è la sola vittima sacrificata per sfamare intere famiglie. Che la porcata calderoliana sia il sacrificio di pochi a favore di molti? Forse è vero il contrario: quindi il porcello elettorale è l’immolazione di molti a vantaggio di pochi? Potrebbe essere il cavallo di Troia con cui il popolo italiano sia stato tradito e sconfitto. Esattamente come quel povero maialino prima accudito come un membro di famiglia e alla fine cibo prelibato sulla tavola di chi lo ha cresciuto. Il maiale capisce che andrà a morire già quando gli esseri umani vanno a prelevarlo prima che si compia l’atroce rito: purtroppo loro sono tanti e lui solo. Carni, salsicce, frattaglie, sangue, salumi, cotenna, strutto; del maiale non si butta via niente e, secondo le credenze popolari, nei giorni che seguono la sua uccisione, la vita si rinnova e la paffuta bestiola è considerata garanzia di sopravvivenza e nutrimento. Ci piacerebbe, ben presto, guardare al Porcellum in una veste rinnovata. Allora non si chiamerà più Porcellum, ma sarà elevato a rango di garanzia di sopravvivenza e nutrimento della democrazia.