La campagna Agip in Kazakhstan

di Giuliano Pietroni

(seconda puntata)

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Inghilterra, prima sede operativa

Nei primi mesi del 1992, Agip e British Gas formarono un consorzio di diritto comunitario europeo denominato Keeig (Karachaganak European Economic International Group) per gestire lo studio della proposta kazaka e la prima sede operativa fu dislocata in Inghilterra a Reading, vicinissima all’Head Quarter della British Gas. Il Keeig fu staffato con tutte le risorse umane necessarie per gli studi di fattibilità, di perforazione, d’ingegneria, amministrativi, legali e negoziali; persone pronte per il trasferimento in massa nel territorio kazako non appena l’accordo, che si stimava molto rapido, fosse stato raggiunto.

 

Il coinvolgimento

Su proposta del collega Biagio Vannella, responsabile del personale Keeig a Reading, Giuliano Pietroni fu convinto ad abbandonare la posizione di Finance Manager presso la Norsk Agip a Sandnes (governata da Lucio Deluchi) e a iniziare la nuova sfida kazaka, sicuramente ben più critica di quella norvegese. Nel febbraio del 1993 il nostro maceratese si trasferì a Reading, sostituendo il collega Fanciulli, già presente nel Keeig dal 1992 e partecipò, per quanto di sua competenza, alle lunghe negoziazioni per stilare il vero Production Sharing Agreement (Psa) per lo sfruttamento del campo di Karacheganak.

 

Logoranti trattative a Mosca

Racconta Giuliano Pietroni: “Le negoziazioni del Psa con il Governo kazako furono molto logoranti, sia per la scarsa conoscenza professionale di questo ma anche per la stretta sorveglianza del Governo russo. Le riunioni negoziali dovevano essere svolte in territorio russo, a Mosca, con la presenza di consulenti russi. Questa era la dimostrazione che nessuna condizione poteva essere accettata dai kazaki se non fosse stata conveniente per il Governo russo: il Kazakhstan aveva raggiunto la sua indipendenza ma non sembrava pure la proprietà del sottosuolo kazako”. I negoziatori Agip e Bg, sotto la supervisione del responsabile negoziati avv. Nicolazzi, volavano frequentemente a Mosca, ritornando quasi sempre sfiduciati, con proposte completamente differenti da quelle presentate, per cui il Keeig doveva continuamente variare gli studi di fattibilità, i progetti e i tempi di attuazione dei programmi. Il Direttore del Keeig, Sganzerla, insieme con i colleghi D’Amico, Bortolazzo, Pratelli, Del Zotto e Vannella, era sempre alla ricerca di una conclusione che sembrava non arrivare mai. “Si pensava addirittura di abbandonare il progetto – fa presente Pietroni – ma la tenacia del Presidente Moscato ci dava la forza di continuare, perché l’accordo doveva essere raggiunto a tutti i costi: il gas secondo Moscato era importantissimo per l’Eni”.

 

Entra la russa Rao GazProm

La diplomazia negoziale in questo periodo (1992-1994), stressante per Agip e Bg ma anche per i kazaki, trovò lo stratagemma di proporre un accordo preliminare per mettere immediatamente in sicurezza il pozzo in blow out e su questo Preliminare, denominato Ppsa (Preliminary Production Sharing Agreement) vennero incluse le linee guida per la ristrutturazione e l’ampliamento logistico del campo di Karachaganak, da finalizzare entro un anno con la stesura finale di un Psa. L’atto finale di questo accordo fu il rilascio autoritario di una quota di partecipazione Agip e Bg alla russa Rao GazProm pari al 15%, con partecipazione alle spese previste nell’accordo. Agip e Bg rimasero operatori ma dovettero accettare la joint venture con i russi in territorio kazako. L’accordo fu firmato alla fine del 1994.

continua

 

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