Rinviata la discussione sulla vendita della Smea al Cosmari, nuovo scenario, possibili soluzioni
Quando le cose non vanno lisce non bisogna insistere e forzarle perché, tanto, non andranno a buon fine. Così è per la trattativa di vendita Smea – Cosmari che, fin da subito, ha trovato una infinità di paletti lungo il suo percorso. Certo, il Sindaco ha venduto la pelle dell’orso prima di averlo catturato, ha messo l’incasso in bilancio e adesso è nelle peste. Per di più a corollario di tutta la vicenda si è dimesso il Presidente del Cosmari, Fabio Eusebi, e l’affaire si è complicato ancora di più. A questo punto, forse, sarebbe da fare buon viso a cattivo gioco, innestare la retromarcia, riconsiderare tutta la faccenda anche alla luce del fatto che la legge non impedisce più ai Comuni di tenere più partecipate, per cui la Smea potrebbe restare dove è sempre stata. Resta il “buco” di bilancio non dovuto a cattiva volontà da parte del Sindaco ma a una improvvida anticipazione d’incasso. Per turare il buco ci sarebbe allora la soluzione Apm (partecipata del Comune al 99%) che potrebbe inglobare la Smea sborsando il corrispettivo (così il bilancio, seppure in ritardo, sarebbe salvo) mentre il Comune potrebbe andare avanti con i ricorsi al Tar (ricordiamo: sono 1milione e 400mila euro) e, vincendoli, come appare probabile altrimenti il Cosmari non avrebbe posto la condizione del loro ritiro per assorbire la Smea, il Comune potrebbe ritrovarsi con tutti quei soldi che ha accollato ai maceratesi con l’aumento della Tarsu. Addirittura potrebbe rifondere i cittadini! Intanto, viste le lungaggini, per non pagare una ulteriore salassata dal Cosmari, sarebbe utile e opportuno allargare la raccolta differenziata a tutta la città e, in due mesi, la Smea potrebbe compiere il miracolo di superare la fatidica soglia del 45%.
Fernando Pallocchini