Il parere di uno scienziato italiano
“L’India ha posseduto una civiltà superiore grazie a possibili contatti con visitatori extraterrestri e le macchine volanti chiamate Vimana, descritte dagli antichi testi indiani possono evidenziare i collegamenti con la tecnologia aerospaziale moderna…”.
Questa ipotesi fu affermata alla Conferenza Spaziale Mondiale da uno scienziato italiano, il dottor Roberto Pinotti, che chiese ai delegati di esaminare con cura i testi indù invece di congedare tutte le descrizioni di Vimana come appartenenti a tradizione e mito. Infatti la presenza di macchine volanti si può spiegare con l’esistenza di una civiltà superiore e dimenticata. Le macchine volanti descritte nei testi vedici sono troppo simili ai jet moderni e la loro descrizione è troppo tecnica e dettagliata per essere messa da parte con l’etichettatura “mito”. A conferma della sua tesi ci sono numerosi testi e, addirittura, 32 “indizi” sono connessi con la tecnologia dei Vimana (ndr: e di questi 32 “misteri”, oggi non più tali, vi daremo conto nel prossimo numero de La rucola) . Alcune delle tecnologie descritte si possono equiparare con sistemi odierni, tra queste il radar, l’energia solare e la fotografia. Citando il “Vymanika Shastra”, lo scienziato disse: “Quelle antiche macchine volanti furono costruite con speciali metalli chiamati “Somaka”, “Soundalike” e “Mourthwika”; a bordo avevano installati sette generi di specchi e lenti per scopi difensivi e offensivi. Lo specchio “Pinjula” era una sorta di scudo per gli occhi, che impediva ai piloti di essere accecati dai raggi dell’arma “Marika”, lanciata da un aereo nemico. Quanto descritto non sembra molto diverso da ciò che oggi chiamiamo tecnologia laser”. Secondo lo scienziato i principi di propulsione potrebbero essere stati prodotti dall’energia solare. Per esempio, il Tripura Vimana possedeva uno scafo lungo e piatto e ciò fa pensare che tale mezzo fu così ideato per sfruttare meglio i raggi solari. Roberto Pinotti aggiunse: “C’era lo Shakuna Vimana (vedi foto) che, considerando la sua forma allungata, poteva assomigliare a un dirigibile moderno. Ma, offrendo maggiore attenzione ai dettagli, l’enorme mezzo potrebbe essere definito un incrocio tra un aereo e un razzo, la sua forma ricorda lo shuttle spaziale. Certamente il Shakuna Vimana è la macchina più complessa e sofisticata fra tutte le descrizioni di Vimana fatte dal Vymanika Shastra. L’autore di questo trattato sembra un professore intento a spiegare ai suoi studenti l’avanzata tecnologia dei Vimana”. Durante la conferenza il Pinotti, citò un altra opera il “Samaraanganasutraadhaara” la quale descrive la storia astronautica indiana, in essa 230 versi sono dedicati ai principi di costruzione dei Vimana e al loro uso sia in guerra che in pace. Aggiunse che gli antichi ariani conoscevano l’uso del calore come arma: “Lo strumento di difesa chiamato Astra, include l’arma Soposamhara (la fiamma che erutta da un missile), l’arma Prasvapna (che provoca il sonno) e quattro generi di Agni-Astra (lingue di fuoco che si muovono producendo tuoni)”. Altro mezzo per navigare nel Surya-mandal (il sistema solare) era il Naksatramandala, questo, per la descrizione essenzialmente tecnica che ne viene fatta non è certamente un oggetto mitico. I viaggi nello spazio aperto, le incredibili armi di distruzione di massa e il fatto che i Vimana assomigliano ai moderni oggetti volanti non identificati, suggerirebbero che l’India disponesse, in qualche modo, di un grado superiore di civiltà.