di Riccardo Guglielmin
L’attaccamento alle bellezze delle Marche e la passione per la fotografia hanno caratterizzato tutta la vita di Giacomo. I paesaggi della sua Macerata, gli studi di agraria e l’attività di guardia forestale lo portano a entrare in profonda sintonia con la natura e, nel 1954 non ancora trentenne, inizia a fotografare con una fotocamera a soffietto. La bellezza, le linee, le sfumature dei colori della natura lo attirano totalmente: “Quando ero guardia forestale avevo mille occasioni per fotografare gli uomini che lavoravano nei campi, nei boschi… ma era il paesaggio la mia passione”. Ilari è un esperto del bianco e nero, le sue immagini riescono a trasmettere emozioni, atmosfere, sensazioni di profonda empatia per l’ambiente. Per raggiungere questi risultati stampa personalmente le proprie foto. La camera oscura è un nuovo momento d’interpretazione delle scene riprese, un importante passaggio nel quale Ilari aggiunge alle immagini un’anima, un tocco personale, l’impronta del proprio stile. Apprezzo molto il modo di stampare di Giacomo e, a mio avviso, le sue foto molto contrastate non sono assolutamente un ripercorrere o un ricalcare gli stilemi di Mario Giacomelli. Le sue stampe non sono neppure un banale virtuosismo della camera oscura, i contrasti non vogliono colpire l’attenzione del lettore con sensazionali impressioni di drammaticità. I suoi lavori testimoniano il forte legame con le montagne, con i campi arati, con le forme di girasole, con le linee degli alberi, con l’immensità del cielo. E’ un modo per comunicare agli altri il suo “sentire la natura”, è un linguaggio per esprimere lo stupore verso la bellezza. “Anche quando non fotografo, il paesaggio è una dimensione distensiva, mi rilassa. In qualsiasi stagione c’è qualcosa di bello!” Giacomo è un vero artista, lo testimonia il suo porsi sereno e umile. Attribuisce alla fotografia il valore di “fare memoria”, di riaccendere ricordi, di essere punto di partenza per rivivere emozioni: “Rivedere le vecchie foto degli amici, dei genitori sono grandi emozioni. Ho la possibilità di riscoprire i dettagli che a volte si dimenticano. E’ ricordare i posti e le persone che ho conosciuto nel passato. A esempio… la piazzetta a Macerata dove da bambino giocavo con i miei amici!” E’ un ottimo fotografo perché nella sua lunga carriera ha effettuato molti esperimenti per affinare le capacità tecniche espressive. Ha approfondito l’uso dei filtri (in prevalenza quello rosso), l’infrarosso, la cinepresa, i giochi di sovrapposizione d’immagini con le diapositive a colori. A Ilari piace visitare le mostre per approfondire la cultura visiva, ama confrontarsi con gli altri e anche per questo frequenta con interesse, dal 1980, il fotoclub Arti Visive di Fabriano. Attività che sono lo stimolo per continuare a fotografare con entusiasmo e per poter essere sempre aggiornato. Ha ottenuto importanti riconoscimenti in concorsi fotografici nazionali, esposto in moltissime mostre, partecipato a diversi incontri per presentare il suo pensiero e le sue opere. E’ iscritto alla federazione Italiana associazioni fotografiche ed è stato insignito della prestigiosa onorificenza AFI (Artista della fotografia italiana).