Qualità “sorvegliata”

La Marguttiana maceratese

 

Voglio parlare anche quest’anno di una rassegna d’arte maceratese tra le più popolari in assoluto: la Marguttiana. Visitarla in occasione delle feste patronali dedicate a San Giuliano a fine agosto ha ormai in città il sapore di un rito. Nata sul finire degli anni ‘50 traendo ispirazione dalla omonima rassegna romana, l’esposizione maceratese ebbe subito successo dimostrando una propria originalità. Accanto a opere di artisti già noti ne accoglieva altre de-gli stessi giovani che l’avevano fatta nascere, studenti dell’Istituto d’arte ma anche liceali col pallino della pittura. Se non era proprio una rassegna selettiva di certo aveva intenzione di esserlo quanto ad aggiornamento ed apertura al nuovo. Nelle giurie di anno in anno designate dall’Enal (considerato all’epoca Ente non ancora inutile!) figuravano artisti come Umberto Peschi, Lamberto Massetani, Giuseppe Mainini, Nino Ricci. I partecipanti si gestivano autonomamente, appendevano le loro opere lungo Vicolo degli Orti e accoglievano i visitatori con cordialità, rendendosi disponibili a spiegare gli arcani dell’arte e trasmettendo al pubblico il loro stesso entusiasmo. Intorno agli anni ‘70 per motivi logistici la Marguttiana venne spostata in vicolo Consalvi, centrale e caratteristico ma non vivace e attraente quanto “gli Orti”. Il cambiamento non piacque e disamorò soprattutto gli artisti. L’iniziale entusiasmo divenne man mano abitudine e la rassegna, aperta e ormai meta d’ogni dilettantismo, rischiò il naufragio trasformandosi in una fiera di piccole vanità. Il salvataggio venne nel 2003 da un gruppo di appassionati, artisti e critici, ma soprattutto da alcune Istituzioni che ritennero doveroso e interessante salvaguardarne la felice tradizione, tra queste il Comune, la Camera di Commercio, la Confcommercio, l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti. Oggi, contando su una solida organizzazione e grazie all’esistenza di una Giuria, la qualità se non proprio garantita è quantomeno “sorvegliata”. Si è voluto comunque conservare alla rassegna alcune sue caratteristi-che fondanti: la possibilità di visitarla senza particolari soggezioni; il mantenimento di un tono popolare; l’opportunità per molti giovani di presentare idee ed entusiasmi nuovi invogliandoli con premi acquisto. Accanto ai partecipanti d’annata vi si ripropongono a ogni edizione anche artisti del passato, o anche viventi, che meritano di essere ricordati e guardati come validi riferimenti. Se qualcuno intendesse visitarla come si visita un museo, per farsi un’idea dell’arte contemporanea forse ne uscirebbe frastornato e confuso. Ottima invece per chi voglia verificare quanto siano ancora diffusi l’interesse per l’arte e il desiderio di sentirsi artisti (e di esserlo in qualche caso realmente!). Ci vada e si diverta chi cerca questo, apprezzandola come forma di partecipazione democratica all’arte. Accade lì come nelle grandi maratone internazionali, dove tutti i partecipanti hanno il diritto di considerarsi atleti, ma poi ci sono campioni che fanno corsa a sé e altri meno attrezzati che considerano una vittoria arrivare al traguardo o semplicemente partecipare. Così anche quest’anno la rassegna agli Antichi Forni ha avuto il meritato successo. Viva la Marguttiana!

Lucio Del Gobbo

 

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