“Arlecchino” liberato a Sant’Angelo in Pontano

Tutti i nomi dei colpevoli

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Telegramma da Sant’Angelo in Pontano. Al Teatro Angeletti, sabato sera è stato liberato Arlecchino da secoli di detenzione rappresentativa. Il piano d’evasione è stato scritto dal poeta numero uno dei ricercati Giovanni Prosperi ed attuato da un gruppo di attivisti del teatro, cellula degenerata della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione del Minimo Teatro, tra loro anche minorenni devastanti per bravura e tenerezza: Sofia Di Castri, Riccardo Carota, Giorgio Maria Cornelio, coadiuvati ed istruiti da vecchie volpi dell’atificieria scenica quali Serenella Marano, Lorenzo Vecchioni, Ilenia Paciaroni, Carla Camilloni, Claudia Piccinini, Pierluigi Cipolla, Elisabetta Moriconi, e due signore all’esordio nelle schiere del Minimo ma di una intensità poetica pericolosa, Roberta Sarti e Rosanna Renzi. Supporto determinante del genio guastatore Fabio Monteverde. La regia dell’evasione pare sia stata firmata dal latitante Maurizio Boldrini, ma sul luogo sono state rinvenute tracce che si ricollegherebbero a Caravaggio, Brecht, Pasolini, Bene. Attoniti i numerosi testimoni che erano presenti al Teatro Angeletti, qualcuno si va ancora domandando come è stata possibile un’esplosione così grande di poesia. Arlecchino ha lasciato sul palcoscenico il suo abito di scena e pare sia caduto a confetti a Napoli ai piedi del Vesuvio, “Oh Vesù!”. 

Patrizia Mancini

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