L’Italia ancora non s’è desta
La situazione politica in Italia è ambigua, ibrida, indefinita, così come lo è il colore grigio che non dà rilievo ad alcuna cosa e non restituisce un qualche spiraglio di luce. Lo scrittore Primo Levi (ne I Sommersi e i salvati), definiva “zona grigia” la realtà inquietante dei lager nazisti, teatro di crudeli ritorsioni dei prigionieri d’élite sui prigionieri di secondo grado. Anche la struttura della società italiana possiede la cosiddetta “zona grigia”, un’area intermedia tra legale e illegale, tra luce e ombra, in cui è difficile vedere cosa avvenga al suo interno. A maggior ragione in una società di tipo democratico, i fenomeni illegali sfruttano più ampi margini di libertà surclassando quelli legali. Diciamo che il nostro panorama politico offre un pot pourri di queste caratteristiche messe insieme, ma l’aspetto prevalente è quello dell’ “indistinto” e dell’ “indefinibile”. La nostra politica ha al suo interno mondi sommersi e altri più visibili ma poco edificanti in cui essa appare come un carrozzone pieno di cianfrusaglie e tipacci volgari che vi salgono a bordo. La rincorsa maniacale al potere scavalca diffusamente la soglia della decenza. Ci si attacca alle poltrone, infischiandosene di non aver raggiunto il quorum per essere eleggibili o se si è indagati per frode e per altri gravi reati; si prestano alla politica comici, giornalisti, enfants prodiges, populisti e altri “saltimbanchi”, perché si è carenti di quei veri statisti di cui l’Italia un tempo era la fucina. Nonostante ciò, tutto dipende da mamma santissima la politica e qualsiasi programma sociale, economico, amministrativo, istituzionale rimane bloccato dalla stessa. In un paese civile ed evoluto è d’uopo che la politica tracci le linee guida affinché ogni progetto sia mirato per lo sviluppo e la crescita della società. Questo non è possibile in uno stato ingovernabile proprio per colpa di chi è al Governo. L’Italia ha provato anni di “mortadella”, di “berlusconismo”, un anno di “montismo” e ancora non s’è desta. Non si sa più in chi credere, a quali valori etici aggrapparsi, a quali ideologie far riferimento e a quale faccia delegare le proprie aspettative. Si è tanto disperati da andare per tentativi, come per le tinte di capelli mal riuscite. Il grigio ha pervaso tutto, le “onorevoli” teste dei politici sono sempre più canute: è l’Italia che non vuole svecchiarsi e preferisce rimanere in stallo e incompiutezza piuttosto che guardare avanti, pur se oggi, con un comico, prova a ridere.
Raffaella D’Adderio