Un viaggio… dimagrante!

di Cesare Angeletti

maiale

 

La vicenda avvenne subito dopo la guerra, quando quasi tutto era tornato alla normalità tranne la tratta ferroviaria Macerata-Roma che, nel punto in cui passa sotto la città, dove c’era la fabbrica di biciclette, non era ancora stata sistemata per cui i treni, per tre o quattro chilometri, dovevano andare a passo d’uomo. Un importante commerciante di Roma veniva a Macerata una volta la settimana, acquistava 100 maiali grassi (peso da 180 a 230 kg.), li faceva caricare su un vagone merci e li mandava a Roma. Lui era sempre presente alla spedizione e controllava personalmente che i grassi maiali fossero 100. Tutto andò bene fino a quando si verificò un fatto strano… quando il treno arrivava a Roma, aperto il vagone che a quei tempi non era piombato, contati i maiali ci si accorgeva che erano sì 100 ma cinque di questi non erano più “porci grassi” ma suinetti da 50 chili! La prima volta il commerciante pensò di essere stato fregato al momento del carico quindi si fece più attento ma il “miracolo” accadde di nuovo: alla partenza erano tutti belli grassi e all’arrivo cinque erano giovani e magri. L’uomo si rivolse ai Carabinieri che interessarono le Ferrovie. I dirigenti spiegarono che quel treno merci non faceva fermate in quanto completava il carico a Macerata e andava diretto a Roma. Che fare? Non era certo possibile viaggiare sul vagone con i maiali per ovvi motivi igienici per cui due Carabinieri salirono sul vagone accanto, mimetizzati ma in grado di osservare cosa accadeva sull’altro vagone. Arrivato al punto critico il treno dovette rallentare, cinque uomini saltarono sul vagone, aprirono un po’ il portellone poi velocemente fecero scendere cinque maiali e li sostituirono con altrettanti maialini. Il mistero è svelato! Il maresciallo , dopo tanti anni di servizio, non si meravigliò molto del furto: la fame nell’immediato dopoguerra era tanta. Però lo lasciò stupito il fatto che i ladri erano sì disonesti ma non così tanto da rubare le bestie senza, in qualche modo, riparare il malfatto, appunto con la sostituzione. A quei tempi i maiali si allevavano con gli avanzi di casa, la frutta caduta dagli alberi, le ghiande raccolte sotto le querce e un po’ di granturco, lasciato a tale scopo al momento della divisione fra padrone e contadino. Per arrivare fino a 2 quintali ci volevano un paio di anni e la carne, con l’alimentazione così variata, era compatta e saporita. I ladri avevano trovato il sistema per ingrassare i maiali in pochi minuti! Geniale, no? Il maresciallo, pur ammirando l’ingegno dei birbanti, si organizzò per coglierli sul fatto al fine di arrestarli. Cosa che fece. Il commerciante romano fu risarcito e il giudice, divertito anche lui per la trovata, tenuto conto di tutto l’insieme, emise una sentenza non molto pesante. I cinque protagonisti della vicenda poterono, dopo poco tempo, tornare ad allevare i loro maiali ma facendolo nel modo tradizionale, senza più operare… “miracoli”!

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