Quando modifichi i documenti ma nel faldone ti rimane un documento originale…

Dalla fonte documentaria: MGH DD Karl I. Autori vari Coordinatore E. Muhlbacher – Hannover 1906, mi sono dilettato a leggere tutti i diplomi di Carlo Magno, da cui è scaturita la ricerca qui presentata in maniera concisa ed essenziale.

PREMESSA – Si è notato che al termine di ogni Diploma viene evidenziato il numero degli anni trascorsi dall’incoronazione a re dei Franchi del (9/10/768), subito dopo, pure un altro, indicante quelli trascorsi dall’incoronazione con corona ferrea a re dei Longobardi (10/7/774). A partire dall’801, compare un terzo numero: il tempo trascorso dall’incoronazione a imperatore, avvenuto in quell’anno.

PROCEDIMENTO – Sono stati presi in considerazione SOLO i Privilegi ritenuti validi dagli studiosi dell’MGH, con almeno due di queste date (la prima evidenziante gli anni trascorsi dalla incoronazione a re dei Franchi, la seconda dall’assunzione del regno longobardo, senza tener conto della presenza o meno della terza data). Sono stati scartati, quindi dal sottoscritto ritenuti di incerta validità, tutti quelli senza nessuna data (n. 16 documenti), quelli successivi al 773 con il secondo numero mancante quando doveva essere presente (n. 29 documenti), e quelli con evidente errore: cioè con la seconda data (l’incoronazione a re dei longobardi) riferita ad anno successivo al 774 (n. 10 documenti). Dei documenti rimanenti, ridotti a 78, che prenderò in considerazione spiegandone le motivazioni, formiamo due gruppi:

Gruppo a) Tutti i Privilegi in cui il conteggio degli anni trascorsi, riferiti al secondo numero, inizia il 10/7/774 (Si fa notare che, se anche si volesse anticipare tale data all’inizio del mese precedente, le conclusioni non cambierebbero. Questa precisazione per il fatto che nel Diploma pro Bobbio, datato Pavia 5 giugno 774, troviamo già: Carlo re dei Franchi e Longobardi). Sono 52 documenti che non presentano incongruenze e quindi da considerare corretti.

Gruppo b) sono i restanti 26 documenti, i quali presentano tutti il primo numero (quello degli anni trascorsi dalla prima incoronazione) CORRETTO, ma l’incoronazione a re dei longobardi ha un anno in più, iniziano cioè il conteggio dall’anno precedente, il 773, compresi quelli firmati dal cancellilere Ercanbaldus, ancora più antecedenti di qualche mese.

Riepilogando, Gruppo a = n. 52, Gruppo b = n. 26; i secondi raggiungono il 50% dei primi, bene tenerlo presente. Per quanto concerne il gruppo “b” si è notato pure che sono stati redatti da più cancellieri: Enrich,Wigbaldus,Guigbald, Rado, Ercanbaldus, Erminius, Genesius, Amalbertus, Ibbo;

CONCLUSIONI – 1) Impossibile che quelli del gruppo b, numerosi, contengano tutti il numero degli anni sbagliato con lo stesso errore: un anno in più. 2) Impossibile che 9 notai abbiano tutti commesso lo stesso identico errore. 3) Impossibile pure che, mentre la quasi totalità dei primi numeri (re dei franchi) sia corretta, gli errori appartengano solo ai secondi (re dei longobardi). 4) Il fatto che di diversi Privilegi sia pervenuto l’originale, fa scartare pure l’ipotesi di successive, errate copiature o manipolazioni. Bisogna necessariamente ammettere che il conteggio degli anni sia corretto in ambedue i gruppi… che vari solo il riferimento di partenza. Si può spiegare se sono state considerate queste diverse datazioni:

Per il Gruppo a = incoronazione a re dei Longobardi del 10-07-774 (FATTO FORMALE). Per il Gruppo b = resa di Pavia (inizio giugno 773, per Ercanbaldo pure alcuni mesi prima, ossia considerato Carlo capo dei Longobardi già dall’assedio) (FATTO SOSTANZIALE).

Grazie a queste apparenti incongruenze di datazione, si rivela una coerente successione degli avvenimenti: alla fine del 772 iniziò l’assedio di Pavia, che durò sei mesi; la capitolazione della stessa avvenne nel 773. L’incoronazione ufficiale con la corona ferrea di Carlo re dei Longobardi ebbe luogo alla fine della nuova sistemazione dell’Italia, poco prima della partenza di Carlo per la Francia, quindi un anno dopo la resa di Pavia, nel 774.

A questo punto rimane aperto il problema dei documenti “scartati” dall’MGH e l’ulteriore scrematura fatta dal sottoscritto, ossia: come e quando siano stati manipolati i documenti pervenutici, da chi e dove. D’obbligo una ricostruzione storica più credibile, almeno da parte dei ricercatori nostrani. Sia per rafforzare la convinzione della correttezza delle precedenti conclusioni, sia per iniziare a individuare i tempi in cui la manipolazione della storia possa essere avvenuta, si allega una affermazione di Sigiberto Gamblacense  inserita nella Cronica Sigiberti (MGH SS 6- E. Pertz Hannover 1844); il quale così termina la descrizione dell’anno 774 (riferentesi al 773, come un’analisi attenta del testo lascia comprendere): “Così che i Longobardi vinti cessarono di regnare dopo 204 anni, da quando incominciarono a regnare”. Secondo Paolo Diacono l’irruzione dei Longobardi in Italia, attraverso le Alpi Giulie, avvenne il lunedì di Pasqua, 2 aprile 768. Considerato che l’occupazione dell’ Italia settentrionale si concluse l’anno dopo, avremmo pur sempre: 569+204= 773! Mai 774. È un’altra conferma che la resa di Pavia avvenne nell’anno 773 e l’incoronazione di Carlo Magno nell’anno successivo.

Forse non del tutto casuale poi, il fatto che del Sinodo di Roma, tenuto alla fine del 773 con la presenza del Papa e del re Franco, indetto per concordare le condizioni dell’aiuto di Carlo al papa contro Desiderio, ne abbiano parlato solo annalisti vissuti nel 12° ed inizio 13° secolo: Sigiberto, Gratiano, G. Berardi, Tolomeo da Lucca, mentre gli autori coevi non ne hanno mai fatto menzione, neanche Eginardo. E se questo concilio, come diversi studiosi dubitano, non fosse mai avvenuto? Sarà solo una coincidenza la contemporanea affermazione dei Cistercensi? Questo dubbio viene rafforzato da un fatto curioso, riguardante il Monastero Cistercense di Fontfroide, vicino Narbonne. Durante il 13° secolo gli amanuensi di tale monastero ricopiarono i precedenti annali locali in quanto deteriorati. Questa copia, ora conservata presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, nasconde una particolarità: fra i vari fogli ne è rimasto uno originale di quelli ricopiati, ancora leggibile. Si è riscontrato che i fatti descritti nell’originale, nella copia sono stati in parte cambiati! Minuziose future indagini saranno necessarie per ricostruire i principali avvenimenti dell’alto medioevo, una storia poco credibile così come oggi viene ritenuta corretta. I tempi del vade retro Satana, purtroppo ancora vigenti nei confronti di un’Aquisgrana italiana, sono da superare assolutamente e velocemente!

Giustino Falasconi

11 marzo 2025

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