Arduino spolvera la storia e appare un tesoro
Serata interessantissima quella organizzata dall’Associazione culturale “La rucola” e trascorsa con l’architetto Medardo Arduino per la presentazione del suo libro double face “Cancellati dalla storia” e “Un gioco di specchi”. Nel volume ci sono condensati i risultati delle sue ricerche, operate nel nostro territorio, alla scoperta di tracce della presenza dei Franchi. Anziché un testo freddamente scientifico per soli esperti ha preferito romanzare in due vicende le sue scoperte rendendole perfettamente fruibili da tutti, addirittura appassionanti perché sono riconoscibilissimi i luoghi e i particolari, tanto da esclamare. “Ma guarda un po’, è proprio vero! e io che non ci avevo mai fatto caso!” “Cancellati dalla storia” riguarda la partenza degli “uomini liberi” ( i Franchi, appunto) dai loro territori, il percorso per arrivare nelle Marche centrali che divennero il loro centro operativo dal quale, da popolo nomade quali erano, si dirigevano in tutta Europa, ritornando sempre a “casa”. In “Un gioco di specchi”, invece, un moderno ricercatore (il cui nome è Quaresma, perché la Quaresima viene sempre dopo il Carnevale, un modo per rendere onore al prof. Carnevale che per primo ha sollevato la questione dei Franchi nel Piceno) scova, durante il percorso di un giallo avvincente, le tracce “archeologiche” dei Franchi. Perché Pipino, Carlo Magno e simili sono stati cancellati dalla storia? Perché non ci sono tracce documentali della loro presenza nelle Marche centrali? Tutto deriva da un accordo tra Federico II e il potere pontificio. Il primo venne a reclamare i possedimenti dei suoi avi in base a quanto previsto dalla “Legge salica”, il Papa concesse altri territori purché entrambi distruggessero le documentazioni che riportavano ai vecchi contratti. Il fuoco fece il resto e i Franchi scomparvero… restarono pochissimi documenti (che stanno venendo alla luce, come quello ritrovato sui Pirenei dove c’è scritto di concessioni fatte da Pipino che dona i suoi possedimenti di Castrum Verdinius, Villa Magna e Villa Pinta: una triangolazione perfetta tra Casette Verdini, Villamagna e Villa Pinta di Colbuccaro) ) ma restarono le realizzazioni: palazzi e chiese. Sul nostro territorio ci sono tante testimonianze quante sono quelle sparse in tutta l’Europa intera, tutte condensate nella vallata del Chienti e nelle immediatamente vicine. E non sono schegge e piccoli reperti, ma intere costruzioni e interi portali! Insomma ce n’è abbastanza per riscrivere la storia. Hanno cominciato, inascoltati, il professor Febo Allevi e il professor Carnevale, stanno continuando in Francia la Moreau e oggi Medardo Arduino che lancia un appello: “Non sono uno storico, m’intendo di architetture, modalità costruttive, di logistica e sarebbe bene che queste mie ricerche siano integrate con la collaborazione di uno storico”. L’importanza di quanto sta emergendo dallo strato polveroso dei secoli non è solo culturale ma potrebbe divenire economica, basta pensare a quanto turismo smuove un piccolo reperto in Francia e noi abbiamo testimonianze ben più rilevanti… ma la politica tace, indaffarata altrove, le Soprintendenze sono a corto di fondi, e le Università sono… distratte. In compenso gli intervenuti all’incontro (i soliti “pochi ma buoni”) alle ore 20 ancora stavano a porre domande.
Fernando Pallocchini