“Auto elettriche sì, auto elettriche no” è il dilemma che coinvolge milioni di persone

Auto elettriche sì, auto elettriche no. Il “sì” lo stanno imponendo a forza di pubblicità e di articoli di stampa a favore (spesso con notizie fasulle), il “no” lo applicano i cittadini, dopo un primo acquisto fatto in fiducia, lasciando le auto elettriche nei concessionari e ritornando alle più affidabili e meno costose vetture a benzina e diesel.

Favorevoli al “sì” i governanti europei di Bruxelles e i fabbricanti di auto. Vale a dire la politica impone e gli industriali si adeguano. La politica vieta la fabbricazione dal 2035 dei motori endotermici e gl’industriali si sfregano le mani pensando a quante auto saranno da rimpiazzare con le nuove (che poi nuove non sono perché dovranno cambiare solo i motori, quindi investimenti modesti a fronte di prezzi molto lievitati, come se un motore elettrico costasse enormemente di più rispetto a quello tradizionale che è assai più complesso), contando sul fatto delle difficoltà a cui sono stati sottoposti negli anni i poveri automobilisti: euro 1 (butta la macchina inquinante); euro 2 (idem); euro 3 e così via fino ai divieti di circolazione nelle città (grandi e piccole) e ora fino alla definitiva cancellazione dei motori endotermici (senza considerare che sono endotermici anche quelli alimentati a metano e a idrogeno), insomma un obbligo mascherato da aria pulita.

Poi sono arrivati i “no” dei cittadini motivati non da idea politica ma dalla pratica di tutti i giorni. Insomma, finché il mondo è organizzato come è adesso l’auto mi serve per spostarmi: fabbrica, ufficio, spesa, diporto. Quindi non posso perdere tempo a cercare le rarissime colonnine da ricarica elettrica e, se mai le trovassi, aspettare ore per poter ripartire con le batterie cariche. Inoltre la nuova auto mi costa una tombola rispetto alla equivalente a benzina o diesel. Il ragionamento è semplice e la novità dopo un primo timido avvio non decolla. Anzi, le fabbriche di auto sono in difficoltà e fermano le catene di montaggio.

Politici scemi perché stanno mandando in rovina il comparto industriale che tiene in piedi l’Europa senza, per contro, ottenere benefici ecologici di rilievo. Forse nelle grandi città l’elettrico può eliminare lo smog ma le correnti ventose del nostro pianeta rimescolano l’aria ogni giorno per cui la nostra aria pulita si mescola con quella inquinata degli altri continenti ottenendo un effetto nullo. Senza considerare il “costo ecologico” della produzione di batterie. Molti anni fa, quando ero meno consapevole delle dinamiche del pianeta e lavoravo per il Carlino, durante l’ennesima inchiesta sull’aumento dei carburanti, ebbi a scrivere che si sarebbe dovuto ricorrere all’elettrico e che i distributori di carburanti avrebbero dovuto, invece, distribuire batterie elettriche. Arrivi, sostituisci le batterie, riparti in poco tempo. Sarebbe stata una soluzione? Forse. Non oggi che la distribuzione della energia elettrica non appartiene alle compagnie petrolifere ma ad altri. Quindi? Lotta tra poteri e gli automobilisti subiscono. Ora se la stanno prendendo anche con le auto d’epoca… ma andate a ffanc…                                         

Fernando Pallocchini

29 novembre 2024

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