Percorrendo il tratto a passo veloce scruto dinanzi a me qualche speranza a cui imputare il motivo del mio cammino. Intento nella ricerca mi fermo, chiudo gli occhi. Improvvisamente è inverno, fa freddo. Trepidanti attraversiamo i vicoli con le luminarie e ci accingiamo a far presto prima che l’oscurità e il freddo ci rapiscano. C’è silenzio contornato dal suono delle nostre gote che si strofinano come minerve acquistate dal tabacchi lungo la via. Ci accendiamo impetuosamente come fiammiferi dalla fiamma vivida e autentica mentre il gelo attorno esplode. Il fuoco ci consuma, le nostre speranze si sono incenerite, la passione ci ha polverizzato. Inermi ci prepariamo alla nostra tundra. È strano questo naïf ma ogni tanto lo riguardo e penso che non poteva esserci opera più autentica nella sua semplicità; anche se l’autore non si firma… credo di conoscerlo.
Francesco Sabbatini
28 novembre 2024