Detassare i salari mediante buoni spesa

Una idea per rilanciare consumi ed economia

 

tagli-di-euro

 

Partendo dal presupposto che gli italiani sono risparmiatori, detassare le retribuzioni non basta. Per stimolare alla spesa i cittadini e favorire il rilancio dell’economia interna, si potrebbero incentivare i consumi concedendo sgravi finalizzati nelle buste paga dei lavoratori dipendenti, attraverso la conversione di una parte delle ritenute fiscali (Es.: € 100,00) in buoni spesa a scadenza predeterminata, (Es.: entro 60 giorni dal rilascio) spendibili per gli acquisti correnti: spesa, casa, auto, moda ecc., escluse le tasse. E’ una ipotesi su cui si dovrebbe riflettere per individuare le modalità attuative più adatte, ma certamente costituirebbe un volano importante per la ripresa, perché potrebbe generare un flusso rilevante di risorse finanziarie, disponibili a tempo che, una volta entrato a regime dopo la scadenza del primo utilizzo, stimolerebbe la spesa, dunque l’offerta, la produttività, l’occupazione. Semplicità di utilizzo, spendibilità controllata e importi di emissione adatti a un impiego esaustivo senza resto. Questa potrebbe essere la chiave di volta attuativa, per evitare raggiri o espedienti che ne tradiscano lo scopo e nel contempo per facilitarne l’uso, in modo da verificare i benefici effetti già nel breve periodo. Se un lavoratore avrà riconvertita una quota della sua tassazione (Es.: 100 €), potrà usare questi buoni per la spesa o magari per pagare il cambio gomme della sua auto e a meno di qualche coincidenza, spenderà qualche euro in più del valore dei suoi buoni spesa. Un sistema che aiuterà la crescita dei consumi e dell’economia e nel contempo, in questo specifico caso, a migliorare la sicurezza di chi viaggia. Essendoci in giro più soldi con spesa a scadenza i consumi inizieranno subito ad aumentare e la gente potrà tornare a sognare e a togliersi degli sfizi, come un orologio da polso, un nuovo servizio di piatti o un week-end fuori porta. Le Associazioni di categoria, soprattutto quelle degli Industriali, degli Artigiani e delle Piccole Imprese, che gestiscono il maggior numero di lavoratori dipendenti e le Associazioni dei Commercianti, potrebbero aprire un tavolo di confronto per arrivare presto a formulare una proposta concreta e risolutiva da sottoporre al Governo e da varare con la massima urgenza. Ai politici il compito di fare i conti del flusso di denaro che si verrebbe a creare: 100€ moltiplicati per il numero dei lavoratori dipendenti e per dodici mesi dell’anno (Ndr: con lo Stato che si prende subito l’Iva).

Andrea Seri

 

A 2 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti