Dalla finestra aperta vorrei vedere tanta neve, / tutta quella che non cade più / e comignoli protesi / verso un cielo grigio-giallastro / e pallido-rosato, / fumanti d’un fumo che sa di alloro. / Vorrei seguire a uno a uno i fiocchi / silenziosi / adagiati sulle cose dalla fata Tramontana. / Ma questa finestra ha una prospettiva / sbagliata / e da essa mi affaccio confuso / con il pensiero che si perde / negli inverni passati. / Vorrei vedere tanta neve, / tutta quella che non cade più. / e la vecchia delle caldarroste con lo scialle viola, / con i guanti bucati e i calzettoni arrotolati, / risentire la fredda voce della tormenta / che parla da sopra i tetti / e fa cigolare le persiane. / Affacciato / dalla finestra dalla prospettiva sbagliata / non posso guardare ma solo immaginare, / e ciò che immagino diventa sogno, / si allontana dal tempo e dallo spazio, / cresce l’emozione / e il sogno si arricchisce, / supera la soglia / ora anche la mente è fuori prospettiva, / apro la porta / il sogno prende corpo, / allora vivo, tocco e vedo / tutto ciò che immaginavo, / anche la neve che non cade più.
Marco Spaccesi
28 marzo 2025