Invidio chi ha memoria / di spazi aperti, / e ricordando, / parla e scrive di riviere / di un vecchio fiume / di cime elevate fra le nuvole / di brughiere, di oceani, di balene… / Quanto angusti al reffronto / sono gli spazi miei! / Piccole stanze chiuse / abitate dall’ombra / con i compiti, / i quaderni ordinati / e i pensieri. / Poi, fuori, / solamente il ritaglio di un cortile, / qualche raggio che arriva di straforo, / un cenno di natura: / ecco, sì, le campanule viola, / arrampicate meste sulla rete / smagliata e traballante… / Campanule viola, / fiori di fibra morbida, / nati per i giochi tranquilli / di una bambina perbene. / Invidio chi ha memoria / di spazi aperti. / Io da sempre custodisco la casa. / Perfino il mio amore / che pure era immenso, / non ha trovato spazio al suo respiro. / E quando lo racconto / gracile vive in una storia triste, / senza grandezza.
Franca Petracci
27 marzo 2025