Un territorio tutto da scoprire e apprezzare: Montalto di Cessapalombo

La frazione Montalto di Cessapalombo (MC) comprende tre piccoli borghi: Villa, Tribbio e Valle. Dopo aver parlato con alcune persone del luogo tratteggio questa località, anch’essa danneggiata dagli eventi sismici del 2016.

Rievocare – La “Festa degli antichi sapori e ricchezze del bosco” si svolge annualmente a Villa di Montalto il primo e il secondo fine settimana di ottobre. Guglielmo Antenucci collabora, con un’affiatata squadra, nell’allestimento di una stanza adibita a museo temporaneo, dove sono esposti oggetti, utensili e attrezzi che si usavano una volta in campagna. Guglielmo ne spiega l’uso di ognuno ai più giovani e a chi non li conosce, magari perché non è vissuto in campagna. Durante quel frequentato evento autunnale si possono rivedere alcune botteghe artigiane di una volta. Non mancano stand gastronomici e una mostra mercato di prodotti tipici e artigianali dell’entroterra maceratese e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, (miele, mele Rosa, funghi, ecc.). Quella festa ha una valenza rievocativa delle tradizioni, usi e costumi, contadine e montanare. Simpatica la ricostruzione della stanza di una casa d’appuntamento ante legge Merlin (1958); il cartello per tenere a bada i perditempo è all’interno! Durante il citato evento sono disponibili anche dei mansueti asinelli per consentire qualche giretto ai bambini. Chi ama le cose storiche può visitare i luoghi dell’eccidio consumatosi mercoledì 22 marzo 1944. Con l’occasione Guglielmo ci spiega qualche altro scorcio sulla vita in quella frazione durante la prima metà del Novecento. Montalto è stato sempre una borgata dove quasi tutte le famiglie si dedicavano alla produzione del carbone da legna. All’epoca sulla montagna sovrastante non c’erano strade ma solo mulattiere; quindi, era più facile trasportare a valle il carbone piuttosto che il legname. Infatti, c’è una riduzione di peso dell’81%. Tra gli ultimi carbonai locali Guglielmo ricorda Fernando Maurizi. All’epoca il carbone veniva consegnato con un carretto trainato da un asino a Caldarola, Tolentino, San Ginesio e nei comuni vicini. Ogni famiglia aveva tre-quattro pecore per la produzione del formaggio, e un somarello per andare in montagna e riportare a casa i prodotti agricoli, qualcuno aveva una o più caprette. Non tutti potevano permettersi una mucca, perché chi aveva poco terreno non aveva erba e fieno a sufficienza per sfamarla. Quei robusti bovini di razza marchigiana dal mantello candido venivano usati per i lavori agricoli più pesanti: trainare il carro, arare, seminare.

Il Giardino delle farfalle – Andando in un fine settimana primaverile ed estivo è consigliabile prima di tutto visitare il “Giardino delle Farfalle” dei giovani Fabiana Tassoni e Patrizio Guglini, punto di partenza per visite ed escursioni. È anche sede del CEA (Centro di Educazione Ambientale) “Vallenatura” che organizza svariati eventi, tra cui laboratori didattici, passeggiate letterarie, esperienze di gusto, immersi nella natura del Parco. Si può visitare l’annesso “Farm museo giardino” aperto da aprile a settembre. L’apertura stagionale è legata al fatto che le farfalle e gli insetti impollinatori sono visibili in natura in quel periodo. A Montalto si possono trascorrere delle piacevoli ore in un’amena piccola valle nel cuore del Parco dei Sibillini, immersi nella natura e godendo in serenità di bei panorami. Il Giardino delle farfalle organizza tutto l’anno eventi, conferenze  su vari argomenti e presentazioni di libri, riuscendo a far partecipare relatori di tutto rispetto. Fabiana evidenzia che l’azienda agricola Serena Ottavi di Cessapalombo, coadiuvata dall’appassionato Diego Coperchio, nel 2023, ha vinto, a Rocca di Mezzo (AQ), il primo premio miglior miele mille fiori dei parchi nazionali dell’Appennino. Nel settembre 2024, la stessa apicultrice ha vinto il premio “Tre gocce d’oro. Grandi mieli d’Italia” tenutosi a Castel San Pietro Terme (BO), conquistando il riconoscimento “Una goccia d’oro” e, nell’ottobre 2024 a Rieti, l’attestato di qualità al “Concorso grandi mieli millefiori di Rieti e del centro Italia” per i mieli prodotti a quota sotto gli 800 metri. Diego si prende cura di quattro apiari: uno a Santa Maria Maddalena (1.100 m), due a Montalto e uno a Caldarola. Per lui è importante mantenere e valorizzare ciò che era caro ai nonni, sperando sia apprezzato dai giovani, da chi ama il territorio, dalle associazioni e dalle amministrazioni comunali.

Vedere una carbonaia – Giovanni Tomasselli, dopo aver ascoltato Mario Bozzi, ultimo carbonaio in vita a Villa di Montalto, ha deciso di non far cadere in oblio quell’antica tradizione. In un capanno a Valle di Montalto, da aprile ad ottobre, si può vedere una carbonaia come si faceva nella prima metà del ‘900, sulle zone preappenniniche. Quel riparo ha la parte alta aperta per far uscire il fumo; il tumulo di legname di forma tronco conica può essere acceso anche quando fuori il meteo non lo consente. La carbonaia va coperta da uno strato di paglia e poi con uno strato omogeneo e compatto di terra cotta (non argillosa, né sabbiosa), perché la terra qualsiasi non trattiene il fumo. Gli anziani una volta di sera rallentavano la combustione rimpiccolendo i buchi laterali dell’ossigenazione per andare a casa, anche per governare il bestiame. Giovanni non la rallenta e così la combustione impiega circa tre giorni. Quando dal cumulo di legname ben ricoperto non esce più fumo aspetta un giorno prima di aprirlo, per evitare che prendendo aria si riaccenda. Giovanni sostiene che per ottenere un quintale di carbone vegetale occorrono 5-6 quintali di legna stagionata di qualche mese. Iniziando attorno tira fuori il carbone un po’ per volta e lo carica; in seguito, lo imballa in sacchetti di carta da 10 o da 20 kg pronti per le consegne con il furgoncino. Quell’ottimo carbone vegetale proveniente dal legno naturale da bosco ceduo è usato nelle sagre, nei ristoranti, ottimo per le grigliate. Lui ha richieste principalmente dalla primavera all’autunno, periodo durante il quale attiva 5-6 carbonaie. Le principali essenze vegetali del bosco ceduo attorno a Montalto sono queste: carpino nero, ornello, acero, faggio (più in alto), leccio e roverella. La carbonaia è mostrata ai turisti e passanti che visitano il vicino e ormai conosciuto Giardino delle farfalle, è inserita nei loro percorsi di visita. Visitatori sono anche alunni delle scuole e ciclisti d’estate. In quella zona vi transitano escursionisti del nordic walking e pellegrini che percorrono a piedi due percorsi religiosi Assisi – Ascoli Piceno e Roma – Loreto. Secondo Giovanni qualche pellegrino fa una breve deviazione dal percorso Roma – Loreto: visita la chiesa romanica di San Giusto (IX sec.) a San Maroto (Valfornace), passa alla chiesetta di Santa Maria Maddalena (XIV sec.) sita a quota 1.112 m, poi scende a quella di Madonna della Valle (XIV sec.) di Vestignano, in ultimo giunto a Caldarola e la vicina Belforte del Chienti poi prosegue lungo la via Lauretana (ex strada statale 77).

Eno Santecchia

26 marzo 2025

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