Un simpatico pretone, spiritoso, all’occorrenza un po’ manesco, poi pacificatore

Rispondeva al nome di Don Fiorenzo Cecarini ed era nato nel 1930. Nel 1961 divenne parroco della Parrocchia di Cura Mostrapiedi (Sant’Elpidio a Mare), una terra un tempo assai importante per la città. Restò parroco fino alla morte avvenuta nel 1995, ma negli ultimi anni Casette e Cura furono praticamente unite come è oggi.

Quando la sua parrocchia fu accorpata con quella di Casette d’Ete lui, sornione, commentò la decisione del Vescovo dicendo: “Sua Eccellenza mi ha nominato Co-parroco, cioè … Parroco de Có’!” (tradotto: parroco di cósa, di niente). Era un prete assai simpatico, buffo e di grande stazza. Ricordo che una volta, credo fossero gli anni settanta, era intento a organizzare la processione del Venerdì Santo a Casette d’Ete. Sopra la sua 126 bianca aveva installato due grandi trombe altoparlanti, lui, incassettato in macchina si stava avviando passando tra due ali di folla ma fu infastidito dal clamore delle chiacchiere di chi assisteva alla processione. Con una brusca frenata bloccò l’auto e urlò: “Che stéte al lu mercatu? Dicéte l’orazió e non facéte le chiacchiere”.

Quindi riavviò l’auto facendole fare un saltello, a causa della rabbia che aveva in corpo. La processione si fece, nella più assoluta concentrazione, e nessuno si azzardò più a far caciara. Era un bonaccione ma sapeva usare le mani quando serviva. Organizzava tornei di calcio apprezzatissimi e sedeva le risse a modo suo. Una volta una partita finì in rissa, intervenne lui con un paio di “manate” e poi disse: “Adesso venite con me che ho il vino cotto buono, tracannate un paio di bicchieri e fate tutti la pace!”                      

Alberto Maria Marziali

25 gennaio 2025

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