A Macerata Cinema Italia sold out per l’evento conclusivo di “In Opera”, il progetto inclusivo dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Macerata che mette la cultura al servizio del sociale. La cittadinanza ha partecipato numerosissima alla serata, presentata da Camilla Ruffini e Matteo Pasquali, intervallata dalle esibizioni del violinst permormer Valentino Alessandrini e promossa grazie al contributo di Fisiomed, che ha visto la partecipazione del sindaco Sandro Parcaroli, del vice sindaco e assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità Francesca D’Alessandro, del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, della senatrice Elena Leonardi, del Consigliere regionale Simone Livi, del sovrintendente e del direttore artistico dell’Associazione Arena Sferisterio Lucia Chiatti e Marco Vinco.
Prima della proiezione del cortometraggio “Nessun Dorme”, si sono succeduti sul palco Marco Scarponi, presidente di Anffas, che ha illustrato il progetto Tuttincluso e Nicoletta Pavoni e Laura Pisani che hanno presentato il libro “Dopo di noi”. A lanciare il cortometraggio di finzione “Nessun Dorme”, realizzato da professionisti e interpretato da persone con disabilità che è il frutto di una serie di laboratori di cinema che si sono svolti durante l’anno, sono stati il regista Leonardo Accattoli insieme all’attrice Rebecca Liberati. Il cortometraggio, che ha lasciato i presenti con un bagaglio di emozioni molto forti e ha visto i protagonisti narrare le esperienze vissute attraverso In Opera, è stato prodotto da Dibbuk Produzioni con il contributo di Banca Generali Private, Sifa Packaging Solution e Alperia.
In Opera è, da sempre, un lavoro corale all’interno del quale collaborano insieme tante realtà del territorio quali Anffas, Nuovi Amici, IRCR, Papa Giovanni, Di Bolina, Ci sono anch’io, Nessuno Escluso, Astuta Ability Accademy, il Dipartimento di Salute Mentale dell’AST di Macerata e il regista Michele Pirani. Ringraziamento anche alla Società Filarmonica Drammatica e all’IRCR di Macerata.
Ha affermato il vice sindaco Francesca D’Alessandro riferendosi ai tanti presenti in sala: “Una serata straordinaria che come Amministrazione abbiamo voluto fortemente e che giunge al termine di un percorso durato quasi un anno in cui abbiamo creduto in tanti. Abbiamo raggiunto un risultato che siete tutti voi e che rende onore alla città di Macerata. Le finalità legate a ‘In Opera’, esperienza che ripeteremo, sono diverse. Come assessorato la priorità era di mettere al centro dell’azione amministrativa la disabilità con tutto quello che significa e comporta, ovvero attenzionare le famiglie che nel corso della vita trovano tanti ostacoli, battaglie sui diritti che sembrano scontate ma così non sono, battaglie concrete, sull’autonomia, percorsi che dobbiamo affrontare insieme, istituzioni e terzo settore, per non farle sentire sole. Ma quella della disabilità è anche una battaglia culturale. Viviamo in una società edonistica, individualista, spesso indifferente alle necessità degli altri e la disabilità, in qualche modo, obbliga a prendere una posizione. Lavoreremo anche con le scuole affinché si possa sensibilizzare i ragazzi ad una cultura dell’inclusività, del rispetto dell’altro. La cultura è benessere e deve essere democratica e allora debbono fruirne tutti, a prescindere dalle condizioni economiche e per questo, nel progetto, abbiamo previsto anche degli appuntamenti musicali in piazza che hanno dato a tante persone la possibilità di godere dell’opera lirica. Abbiano organizzato laboratori affinché persone con disabilità cognitiva potessero beneficiare e godere della bellezza dell’arte, della musica, dei costumi. Con questo progetto, che è una vera e propria battaglia di civiltà, stiamo dicendo che ogni persona ha una sua dignità a prescindere da cosa possa fare o non possa fare. La dignità viene dall’essere e non dal fare”.
Spiega il regista Leonardo Accattoli: “Il mio lavoro è consistito nel seguire e riprendere i vari laboratori a tema opera lirica all’interno di alcune associazioni che operano nel sociale con persone con fragilità cognitive di vario tipo. Né io né l’assessore eravamo dell’idea di fare un semplice racconto ‘da video-maker’. Il progetto fin da subito è stato ambizioso e la volontà di portare qualcosa di nuovo in un ambito come quello dell’inclusione ci ha fatto trovare immediatamente d’accordo. Così è nato Senza fissa dimora emotiva, che non è un cortometraggio né un documentario, ma è un po’ tutte e due le cose insieme. In sintesi posso dire che è il racconto di un breve percorso, in cui tante persone si sono messe insieme per un unico obiettivo: fare qualcosa di bello. Che secondo me è alla base di ogni lavoro, sicuramente del mio, ma anche, credo, della vita in generale”.
19 gennaio 2025