Pausula, gruppi di famiglie politicamente contrapposte in feroce polemica – II puntata

Come detto nel 1885 sindaco di Pausula era Marino Bartolazzi ormai in minoranza in consiglio a causa delle elezioni parziali del rinnovo del quinto, verrà sostituito entro la fine dell’anno da Nazareno Bartolazzi, nipote del nostro famoso storico locale e parroco Pier Paolo e fratello del prevosto don Andrea, di Marino, Paolo e Giuseppina. Gli esponenti del suo gruppo erano Francesco e Marino Manardi, Gregorio Bartolazzi, Gismondo Montalboddi e Andrea Marcelletti; avevano scalzato la squadra antagonista composta tra l’altro da Giuseppe Rinaldini, Francesco e Benedetto Nobili-Benedetti, Giuseppe Pampinoni, Giuseppe Marcelleti, Francesco e Giuseppe Vico, Pietro Basilici, Alessandro Alessandroni, Candido Rocchetti, Pietro Bravetti (aveva cambiato schieramento) e principalmente del futuro benefattore e sindaco David Fermani. D’ora in poi per brevità, chiameremo i due gruppi Bartolazzi e Rinaldini.

PAUSULA COMMISSARIATA

Francesco Crispi

“Sire! Nell’amministrazione di Pausula (Macerata) da parecchio tempo agli interessi degli amministrati prevalgono il capriccio e gli interessi degli amministratori”. Inizia così il decreto pubblicato il 2 luglio 1890 nella Gazzetta Ufficiale, a firma del Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, Crispi, in cui si richiede lo scioglimento del Consiglio Comunale di Pausula: datato stesso giorno, con estrema velocità, arriva il Decreto Regio di Scioglimento con nomina a Commissario Straordinario del cav. Francesco Gregori di San Severino. Su cosa avesse combinato Nazareno Bartolazzi per arrivare a un tale provvedimento da parte del ministero è spiegato nel decreto: il tono dello stesso è molto critico e in un certo senso caustico, si eccede al normale linguaggio istituzionale. “Si incominciò dapprima a sopprimere la scuola tecnica non tanto per iscopo d’economia quanto per sfogo di rancori personali, disconoscendo in pari tempo nei professori quel diritto a pensione, che non può essere loro contestato per le esplicite condizioni di capitolati”. Il che provocò “minacce di liti” e spese ingenti per il municipio in consulenze legali per sostenere il suo operato. “I professori ottennero giustizia per via amministrativa poiché con due decreti reali  furono accolti i loro reclami ed annullate le deliberazioni consigliari che rifiutarono la pensione”.

Ci fermeremo solo alla questione della Scuola Tecnica, già lunga e complessa di suo, non essendo possibile in un articolo analizzare tutta l’intricata vicenda forse, permettetemi, troppo velocemente liquidata dopo la misteriosa morte del Fermani (1894) e del suo enorme lascito al comune e ad altre istituzioni, lascito confermato dopo una lunga vicenda giudiziaria finita solo nel 1904. La comunità  sembra abbia voluto dimenticare questi tristi e complicati avvenimenti sconosciuti praticamente a quasi tutta la popolazione. La questione è molto più complessa di quello che profila il Presidente Crispi e fu oggetto anche di un’interpellanza parlamentare dal deputato Matteo Renato Imbriani (1843-1901), ex garibaldino, mazziniano, repubblicano, anti-colonialista. Il suo interessamento probabilmente fu sollecitato dal pausulano Concetto Procaccini che conosceva bene, avendo militato entrambi nella colonna Medici nella Spedizione dei Mille, essendo stati entrambi ferventi mazziniani e molto più per aver condiviso come cospiratori le regie galere napoletane nel 1869. Appena rilasciati i due andarono a costituire un’associazione politica di studenti, i “Figli della Libertà, che si appoggiava al nucleo segreto dei Figli della Morte”, il cui intento era quello di prender le armi per distruggere la Monarchia e proclamare la Repubblica.

Ingresso Istituto Professionale

Cosa significa l’intervento dei repubblicani a favore della giunta Bartolazzi? Vedevano nella mossa del governo un atto di autoritarismo e/o osteggiavano il gruppo Rinaldini? Oppure riteneva che le mosse del Ministro erano esclusivamente ispirate da motivi politici? Crispi aveva sciolto consigli comunali ben più importanti come nel 1893 quello di Imola per l’elezione di Andrea Costa: bastava poi al Commissario Straordinario “revisionare” le liste elettorali e la maggioranza nelle nuove elezioni sarebbe potuta cambiare a secondo dell’intento del governo, e questo ancor più facilmente nei piccoli paesi in considerazione del fatto che l’elettorato amministrativo si aggirava intorno all’11% nel 1889 e l’astensionismo era alto. Comunque nel 1890, su un totale di 8.000 comuni, Crispi ne commissariò 80 (1%). Ritorniamo alle accuse del Ministro verso la giunta Nazareno Bartolazzi. Seguivano dopo quella iniziale della chiusura delle Scuole Tecniche, altre pesantissime: manomissioni delle liste elettorali per “suoi partigiani ed escludere gli avversari”, falsa compilazione della base imponibile della “Tassa di Focatico”, scarsa igiene pubblica e, per finire, apprezzamenti sulla onorabilità del Bartolazzi cacciato come indegno dalla Milizia Territoriale per mancanza di onorabilità. Accuse certamente molto più gravi di quella con cui inizia la richiesta di commissariamento, ma allora perché si inizia con questa? Crispi, ovviamente il prefetto di Macerata Prezzolini da cui aveva ricevuto la relazione, voleva ufficializzare le ragioni del gruppo Rinaldini sulla vicenda Scuole che aveva provocato tante feroci polemiche e anche scalpore nella provincia?  continua…

Modestino Cacciurri

31 dicembre 2024

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