Le Scuole Tecniche di Pausula, di certo precursori dell’attuale Istituto Professionale di Corridonia, furono al centro di una feroce polemica politico-amministrativa a partire dagli anni ’80 del XIX° secolo, polemica che portò alla loro chiusura con votazione del Consiglio Comunale nel settembre 1885, contraria la giunta Marino Bartolazzi che aveva perso la maggioranza nelle elezioni suppletive per il rinnovo parziale del consiglio e che sarà costretto di lì a poco a dimettersi.
Istituite addirittura nel 1862 con lungimiranza sull’effettiva necessità di creare dei tecnici, degli operai specializzati in una società come quella del nascente Regno d’Italia dove l’industrializzazione stava anche se lentamente crescendo, incontrarono con il passare degli anni notevoli problemi a livello finanziario. Va ricordato infatti che l’Istruzione (la Primaria imposta per Legge) rientrava nelle competenze del comune: i professori erano a tutti gli effetti dipendenti comunali. Il Ministero provvedeva esclusivamente a elargire contributi se queste possedevano determinati requisiti che permettevano la loro “parificazione” a quelle Governative. L’obbligo scolastico in Italia venne introdotto con la Legge Casati, promulgata nel 1860. Tale legge affidò la scuola pubblica allo Stato. L’istruzione elementare divenne gratuita, obbligatoria solamente per i primi due anni sui 4 totali (ovvero per gli alunni dai 6 ai 7 anni): le scuole erano presenti solamente nelle città superiori ai 4.000 abitanti o sedi di istituti di Istruzione Secondaria. Quest’ultima era in tutti i capoluoghi di provincia e comprendeva l’istruzione secondaria classica (Ginnasio a pagamento) e quella Tecnica (gratuita): si poteva accedere all’università solamente completando il ciclo di istruzione classica.
Va ricordato che le classi elementari erano per legge divise a secondo del sesso, facendo ovviamente aumentare le spese di gestione. Ricordiamo che la Legge che proibirà di impiegare in attività lavorative “fanciulli” minori di 9 anni arriverà solo nel 1886. L’anno successivo venne promulgata la Legge Coppino che aumenterà la istruzione elementare da 4 a 5 anni e l’obbligo scolastico a 3, stabilendo sanzioni per i genitori che non ottemperavano alla legge. Fu uno dei punti principali del programma della Sinistra Storica. Sicuramente la professione di maestra elementare è stato uno dei passi dell’emancipazione femminile: lavoro non facile a causa delle situazioni sociali in cui le giovani donne sole, spesso si venivano a trovare. Il “Vessillo delle Marche” scrive di una maestra elementare di San Severino, Assunta De Angelis, che nel 1890 fu arrestata su denuncia del padrone di casa che le affittava una camera nella quale furono trovate delle salviette che lo stesso asserisce essergli state rubate. La giovane, prelevata dalla sua abitazione dal Delegato di Pubblica Sicurezza con tanto di manette, fu arrestata e stette diversi giorni in carcere finché il Procuratore Generale non provvide alla scarcerazione. Il giornale asserisce che fosse stata una cospirazione messa in atto dal padre di un giovane possidente del luogo per impedire che lo stesso, perdutamente innamorato, sposasse l’insegnante. Continua il giornale che le vessazioni verso le maestre fossero cosa abbastanza comune (“da parecchi anni in qua si fa la caccia alle povere maestre”), giungendo come nel caso di una certa Donati, al suicidio per sfuggire alle persecuzioni “dei Manigoldi Tartufi”.
Alla chiusura delle Scuole Tecniche pausulane, avvenuta come detto con delibera del consiglio comunale del settembre 1885, delibera esecutoria del dicembre 1885 ed effettiva con Decreto Reale del giugno 1886, iniziarono una serie di cause legali da parte dei 5 professori: addirittura quella del professore e preside Alessandro Alessandroni arriverà in Cassazione. Il problema verteva sull’erogazione della pensione che la nuova giunta Nazareno Bartolazzi che aveva sostituito quella uscente Rinaldini, negava ostinatamente ritenendo che il regolamento comunale approvato nel settembre 1879 fosse viziato da gravi irregolarità, spendendo somme non trascurabili in pareri e cause legali. La Giunta Comunale si rifiutava di provvedere ai pagamenti dei professori, costringendo la Giunta Provinciale a ogni bimestre a “provvedere con mandati d’ufficio” che poi ovviamente il comune doveva rimborsare. Da oltre una ventina di anni a Pausula si contrastavano due gruppi, non certo si possono chiamare partiti, composti dagli esponenti di spicco della borghesia cittadina, rappresentanti nuclei famigliari o spesso solo interessi economici: nel miglior dei casi intenti comuni della gestione della “cosa pubblica”. continua…
Modestino Cacciurri
29 dicembre 2024