“Romanzo a tinte forti”, Laura M. e il suo libro edito da Edizioni Simple di Macerata

Laura M., una scrittrice che, firmandosi con solo il nome senza cognome, vuole evidentemente mantenere l’anonimato. In quarta di copertina afferma che questo suo primo libro è tratto da una storia vera. Una storia a tinte davvero molto forti, che narra un percorso di vita che potrebbe anche essere stato vissuto, considerandolo border line. Potrebbe, visto il comportamento, oggi, di tante giovani donne come lo apprendiamo dalla quotidianità, così come ce la propinano stampa e programmi televisivi: sembrano vite disperate tratte da quei film-verità che fanno della trasgressione il loro motivo di essere. Nella narrazione mancano solo i “chiodi” infissi in più parti del corpo, volto compreso che, evidentemente all’epoca della vicenda non erano ancora in voga.

Il racconto inizia con la figura del classico padre-padrone che vieta tutto e di più a una figlia che, invece, vorrebbe vivere una vita come quella che conducono le sue amiche di paese: uscire, divertirsi, non rientrare a casa con le galline. Un sistema cui deve soggiacere, che la isola, la rende ribelle e condizionerà il suo futuro. La giovane donna inizia a frequentare una cantina, unico luogo di ritrovo per giovani e anziani nei piccoli paesi. Qui trova considerazione, amicizia ma incontra anche una persona in agguato, che non si fa scrupolo della sua giovane età per iniziarla ai piaceri del sesso. È il primo passo verso la dissoluzione che ha così inizio e continua incessante, con piccoli ravvedimenti che però durano poco, troppo poco. Sarà l’abitudine a certi atteggiamenti a farli diventare vizio e precipitano la protagonista in una spirale sempre più profonda, che la immerge nei meandri oscuri della nostra società.

La ricerca affannosa di affetto e di indipendenza, non le consentono di comprendere appieno la natura delle persone con cui viene in contatto e da queste amicizie sbagliate nasce una situazione che a volte le pesa ma da cui non riesce a svincolarsi. I primi approcci con la droga erano già iniziati con il classico tiro considerato “innocuo” ma che è solo l’anteprima per passare alle sostanze più forti e alla dipendenza, che ti costringe a dare piacere agli uomini pur di avere il denaro per acquistare le dosi. Giunge pure a fare la intrattenitrice nei night club. Tra la svariata umanità che frequenta conosce infine quello che sembra essere colui che la renderà felice: spigliato, simpatico, gentile e innamorato di lei. Un uomo dal quale prenderà la forza per allontanarsi dalla vita priva di un futuro concreto nella quale si è finora incamminata. Lascia le cattive amicizie, con questa persona crea una famiglia allietata dalla nascita di una bambina.

Tutto sembra andare per il meglio. Ma spesso gli esseri umani nascondono il vero se stesso dietro una maschera impenetrabile. I piccoli indizi della vita quotidiana si sommano giorno per giorno e la maschera scende dal volto del suo compagno, svelando chi è costui davvero: un delinquente di piccolo cabotaggio che si è riempito di debiti e che è a rischio galera. Ritorna l’incubo della giovinezza, la incertezza, la paura del domani con addosso questa volta la responsabilità di una figlia da crescere. La protagonista cadrà di nuovo nella spirale del vizio o saprà reagire con costanza e coraggio alle continue avversità della vita?

Non sveliamo il finale ma concludiamo con alcune considerazioni. “Romanzo a tinte forti” mette il dito in più piaghe della nostra società, mostrando come si può cedere alla lusinga delle droghe e come questa dipendenza trasforma, in peggio, la vita delle persone. Altra questione è la capacità della famiglia di comprendere le esigenze dei figli e, senza essere eccessivamente permissivi, di lasciare un po’ sciolte le briglie, gradualmente e, nel contempo, educarli al rispetto di se stessi, a metterli in guardia al pericolo dell’uso delle droghe, a non fidarsi e a saper riconoscere le persone per quel che sono e non per come appaiono.

Fernando Pallocchini

6 dicembre 2024

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