I tigli dell’hotel Diana, una storia civitanovese comune a tanti altri siti nel Bel Paese

Civitanova Marche, nell’attuale via Camillo Benso di Cavour, in un angolo che qualcuno ha chiamato “l’Isola”, nel 1893, l’agiato sacerdote caldarolese don Carlo Mariotti (1836 – 1919) fece costruire un casino di mare. Nel tempo l’edificio divenne l’hotel Diana, chiuso alcuni anni fa.

Nel 2023 è stato demolito e, in ultimo, sradicati anche i tre-quattro bei tigli di oltre trent’anni che fornivano ossigeno ai vicini e dialogavano con gli alberi di villa Silvia, posta di fronte. Il 22 giugno 2023 camminando in quella via incontrai un vecchio addetto comunale e gli mostrai, più a gesti che a parole, il mio disappunto per l’abbattimento di quegli alberi.

Quel signore mi disse brevemente: “Hanno fatto domanda per tagliarli, poi li rimetteranno”. Sì, anche i muli volavano… ma solo se imbracati, quando venivano scaricati dalle navi a Tripoli per la guerra di Libia, oltre un secolo fa. Ma nella “quarta sponda” erano più idonei i dromedari. Scelsi di proseguire senza ribattere con quel burocrate che ha confermato ancora ciò che già sapevo per certo. Nei comuni, spesso, ritengono gli alberi come vasi da mettere, togliere e spostare qua e là, a loro piacere.

Ho pensato che nel frattempo gli abitanti del luogo continueranno a respirare gas di scarico e polveri sottili, anziché l’ossigeno prodotto da quei tigli. Ora è trascorso un anno, al posto del vecchio hotel Diana, un edificio di tre massimo quattro piani, ne è sorto uno non con un piano in più, ma poco meno del doppio. La nuova costruzione, oltre che più alta della precedente, ha occupato tutto lo spazio dove vivevano quei tigli. Tanto è ridotto lo spazio rimasto che non ne resterà neanche per un marciapiede decente. E la cementificazione continua imperterrita, divorando alberi e spazi verdi necessari alla vivibilità umana.

Eno Santecchia

21 ottobre 2024

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