Una piramide spezzata su due punti, ridotta a tre elementi “fuori asse”, ma congiunti
ostinatamente. Sembrerebbe non potersi reggere, e invece è ben stabile, mantenendosi sulla verticale. Si direbbe una metafora di tutta la ricerca di Iskra, varia, apparentemente, per avventura e varietà, instabile e invece ben connessa e coerente.
L’autrice, Anna Donati in arte Iskra, avrebbe l’opinione pubblica contro: una donna che si cimenta con la scultura, destreggiandosi con forme e materiali vari che non sempre appartengono (in teoria) all’immaginario femminile. A queste idee preconcette, Iskra, femminile di aspetto e di fatto, sempre si è ribellata e ha saputo farlo con la grazia e la determinatezza del suo genere naturale, con la spigliatezza di una intellettuale e con la concretezza di un esperto artigiano.
Coerente in tutto ciò, con i ferrei principi inculcati in lei dai suoi maestri, in una scuola maceratese che si chiamava “Scuola d’Arte e mestieri” e che è finita per essere “Liceo artistico” per volere ministeriale, sì, ma soprattutto per la qualità degli artisti che vi sono usciti e che in buona parte sono diventati insegnanti; buoni insegnanti e maestri.
Al centro della pagina di un inserto culturale (La Lettura) in cui oggi è posta, oggetto inquietante eppure armonico, può significare tutto questo! La mostra delle opere di Anna Donati-Iskra, artista civitanovese nota anche per l’indefessa attività di animatrice culturale nella sua città e oltre, consiste di ben cento opere, realizzate con varie tecniche e materiali, è stata allestita dall’Auditorium di San Francesco a Civitanova Alta, curata da Stefano Papetti con testi critici dello stesso Papetti e di Roberto Cresti, con catalogo edito dalle Grafiche Fioroni.
Lucio Del Gobbo
6 ottobre 2024