Ricerca tratta da testi antichi del 1600 e del 1800: l’Italia al tempo di Carlo Magno

In questo corposo volume, i Salimbeni sono menzionati 71 volte: compreso un Benuccio Salimbeni il quale introduce in Siena l’arte della seta! Non sono documentati i rapporti con i Sali; ma non si possono escludere. La riduzione del testo in italiano corrente è risultata laboriosa: la stampa del 1625 non è perfetta e ha subito i danni dei secoli.

Dell’Historie di Siena – Jugurta Tommasi – Venezia 1625

Pagina 21: “Marzio fú da Gneo Pompeo (per ordine di Pompeo Strabone suo padre) … presso Siena in Toscana rotto e sconfitto… il luogo vicino alla Città…, si chiama Marciano, & il luogo, dove si accampò Pompeo nelle pubbliche scritture si dice Pompeiano… Haveva Pompeo 24 anni ed erasi fin allora trattenuto nella Marca, allettato dalle delizie delle paterne possessioni, eravi sommamente amato; con molta affabilità conversava con loro e ogni dì si esercitava a saltare, a correre ed a lottare…

Pagina 100: Carlo Magno tra le altre riforme “introdusse in Italia la Legge Salica, ció viene dir Franzeses, perciochè i Franzesi Orientali si chiamano Salij. L’Italia visse sotto tre leggi: Romana, Longobarda e Salica. Per questo, ciascuno si dichiara, sotto qual legge intendeva di vivere, e secondo quella giudicato. Questo costume si è osservato in Siena fino al 1200…  come si vede da molti contratti nei quali i contraenti affermano, che hanno fatto professione di sottoporsi a una di queste per la nazione, onde sono originati e discesi. Per questo è fama fra i Senesi… molti essere originali, molti Longobardi, e molti Franzesi. Originali, e Romani verisimilmente sono i Grandi, che anticamente hanno habitato il Terzo di Città, nel qual luogo riposò la Colonia, come sono i Piccolomini, de’ quali Pio II Pontefice nei Comentari afferma che hanno origine dai Romani: i Malescotti, gli Ugurgieri, i Panzi, i Casaconti… Dei Longobardi ho poca notizia, nè credo, che vi sia più famiglia, che pretenda venir da tal successione. Mà de’ Franzesi, o Galli fanno professione essere discesi i Franzesi, che si sono divisi in Bandinelli, Cerretani, Palazzesi, e Caparoni, i Saraceni, gli Scotti, i Sansedoni, i Salimbeni, Tolommei, Malavolti, Buonsignori, Ragnoni, Mignianelli, Gallerani e altri. Trovo, che questo anno per comodità della città fu fatta incetta, e appalto di Sali da lavorarsi a Grosseto, fra l’università di Siena, il Conte Aldobrandino di S. Fiore, e molti Cittadini Sanesi…

PAGINA 109: “I Vescovi nelle Città loro erano di grande autorità; percioché ve li eleggeva lo Imperadore, ed ornavali di grandissimi benefici… De Popoli teneva cura l’Imperadore, in tanto, che se uno avesse manimesso l’altro, poteva aspettare d’esserne da lui gravemente punito: e nondimeno avveniva spesso, che le Città abusando la libertà, ma co l’Imperadore medesimo contendevano; percioché altre avide d’una piena ed intera libertà, disprezzavano quell’arme; altre mancavano, quando l’Imperadore veniva, di farglisi incontro co’ debiti honori, overo senza, rispetto, tentavano di occupare delle ragioni de’ vicini. Era in tutte le Città quasi la stessa forma di Repubblica; percioché creavano i medesimi Maestrati e tutto il governo era in mano di tre consigli.

  1. A) Il Generale: nel quale interveniva chiunque era di popolo, che viene a dire dei reggenti e de partecipanti dello stato; e questo si diceva in Toscana: il Parlamento; ed in Siena era ordinato per legge… congregasse nel mese di Gennaio; ed allora a disporre del governo dell’anno seguente, erano obbligate a mandar loro Sindachi ancho le Terre di quel dominio, invitate per pubbliche lettere, ed ambasciate.
  2. B) Il Conseglio della Campana: che si dicevano que’ della Radduta. Eleggevasi questo consiglio ogn’anno dal nuovo Podestà, e prima de’ Consoli con lo intervento di alcuni Maestrati, al principio di Dicembre… e noi per brevità con nome molto conforme lo chiamaremo il Senato.
  3. C) Della Credenza o segreto: componevasi in Siena di certi primi Maestrati, e di Cittadini eletti perciò dal Senato… ed in questo delegava tutti i più gravi e più importanti negozi…

La milizia era nelle Città ottimamente disciplinata, come nota Ottone Frisingese, e come si vede per le leggi, che dispongono in Siena sopra ciò: e più per gli atti publici; … si descrivevano nell’ordine delle Cavallerie i giovani di bassa condizione, purché valorosi. A questo furono prima proposti Capitani della stessa Città; ma nei tempi più bassi gli elessero Forestieri… Dopo qualche anno s’introdusse negli eserciti un grande Stendardo, portato sopra un carro, che fu chiamato il Carroccio, avuto per cosa sacra, e difeso nelle battaglie con sommo Studio”.

Pagina 110: “Le Città erano ristrette dentro a piccol ricinto di mura, e si ampliavano di fuori ne’ Borghi; il che si vede in Siena, dove solo il Terzo di Città, era cinto di pubbliche muraglie. Le case erano per lo più di cannicci (canne), e di legname, e spesso vi faceva il fuoco gravissimo danno; solamente i più potenti edificavano per i Borghi altissime Torri, per valersene contro i nimici… mancando di Bombarde, riuscivano inespugnabili ed erano reputate segno di molta potenza, e nobiltà. Dopo gli honori civili, e militari, tenevano i primi luoghi i cavalieri creati da gl’Imperadori… Gli studj in quel secolo, erano tutti rivolti alla Teologia, e alla Filosofia… fino a Lotario Imperadore… fu quasi incognito in Italia ed i Medici erano più adoperati, che apprezzati. I Poeti, e gli Oratori… cantavano più a sé, che al popolo; tutti i letterati erano o Monaci, o Canonici. Le Scuole pubbliche… erano aperte solo in Roma, e in Parigi. La grandezza degli honori Ecclesiastici era notabilissima ne’ Vescovi; l’autorità dei quali… fu sempre grandissima… A questi succedevano gli Abbati. La degnità de’ Cardinali non era anchora in Roma, e nel cospetto del Mondo… Fra i (monaci) regolari si ricordavano i Monaci Benedettini, e gli Agostiniani. …facilmente si conosce qual fusse lo stato d’Italia, da Carlo Magno fino al primo Ottone… La quiete partorita da questa tanto desiderata pace, fu turbata l’anno 787 dal Duca di Benevento, il quale acceso di smisurato ardore d’accrescere lo Stato suo, poco ricordevole de’ fortunosi successi di Desiderio suo Suocero, e scarso misuratore della formidabile potenza di Carlo, entrando con potente esercito nella Romagna, e facendovi molti danni, costrinse Carlo, avvisato di questi moti dal Papa, a ritornar per difesa di S. Chiesa in Italia. Così radunato l’esercito al principio del Verno, con tanta prestezza superò le difficoltà delle Alpi, che (come scrive Alcuino suo Precettore) si ritrovò a celebrar la festa del Natale in Fiorenza. Quindi vogliono i nostri Cronisti, che passando per Siena, si conducesse a Roma, dove consigliatosi col Papà del modo (pagina 111) di castigare il Duca, andò con l’esercito a ritrovarlo; ma egli spaventato…invece d’aspettarlo si ritirò a Salerno; e quindi per mezzo del suo figliuolo, compose le cose sue ad arbitrio di Carlo; il quale con nuovo giuramento havendo obligato lui ed il popolo di Benevento, fatte alcune cose in Italia, l’Ottobre seguente passate le Alpi, se ne ritornò in Francia. Venne l’ultima volta in Italia all’entrare dell’Autunno dell’anno 800 chiamatovi dà diverse importunissime occorrenze succedute in quel Regno dopo la partita sua; le quali giudicava appartenersi alla Regia degnità di vendicare: giunto a Ravenna, e fermatovisi stette giorni a ordinare la guerra contr’a Grimoaldo Duca di Benevento, che gli s’era ribellato, si condusse ad Ancona, e quindi per la via di Spoleto a Roma… riducendo a favor della Chiesa tutte le cose al segno della buona giustizia, meritò da LeoneTerzo… d’esser coronato Imperadore… Scrivono i Cronisti, che quindi hebbe origine la libertà di Siena… Havendo alcuni scelerati Romani ferito, e privato degli occhi e della lingua il Pontefice…parato andava in Processione, ed havendo la notte seguente miracolosamente riavuta la luce, e la favella… per virtù di Vinigiso, Duca di Spoleto, che venne con lo esercito a favor suo, se nʼandò in Francia da Carlo unico sollevatore e accrescitore in quel tempo della santa Chiesa Romana; al quale risolutosi della ricevuta ingiuria, se ne ritornò a Roma accompagnato… da riguardevole compagnia di Vescovi, e Baroni Franzesi, ordinati da Carlo, dove arrivò la vigilia di S. Andrea… havendo ordinato un Concilio di molti Vescovi, e fatti venir presenti gli accusatori, e il Pontefice, co’ suoi Giudici, e Consiglieri sedeva intento a questo giudizio. Quivi avendo opposto i nimici del Papa, tutte le calunnie, che gli havevano macchinate contro ed essendosene…, presente tutto il Concilio, purgato; percioché i Vescovi si protestavano, che egli solo, sopra tutti gli huomini, era giudice costituito da Dio, doveva fare di se stesso giudizio, chiamando Dio in testimonio della innocenza sua, fu da tutti approvato e ricevuto per innocente, ed i nimici suoi a preghiera di lui, liberati da ignominiosa morte, alla quale Carlo gli havea condannati, e furano mandati prigioni in Francia. Fatte queste cose, il Papa… cominciò a pensar come potesse, sommamente honorandolo riconoscer Carlo, al quale non era incresciuto venir di Francia, a liberar da gravissimo pericolo, e da brutta infamia la Chiesa…”

Pagina 113… “Carlo con Pipino insieme offerse alla Basilica di Vaticano uno Altare di Argento e diversi vasi di purissimo oro per uso di esso Altare. E da S. Giovanni in Laterano una croce suntuosissima fatta di Giacinto (Pianta rara), la quale il Pontefice, in esecuzione della mente di Carlo, ordinò che si portasse innanzi alle processioni”.

 Carlo Troya: Storia D’Italia Medio Evo- Stamperia Reale Napoli 1842 – testo che andrebbe studiato con attenzione e del quale riportiamo alcuni brani.

Anni 776-777 § CXCIII. “Giudizio contro Sinualdo, Vescovo di Rieti… avea lite con Probato di Farfa riguardo al Casale Balberiano; e non a Giudici Romani si presentò Sinualdo, ma si condusse nel Palazzo di Spoleto, dove sedeva il Duca Ildebrando, circondato da quattro Vescovi. Erano Adeodato, forse di Spoleto, Gualtario di Fermo, Valperto di Valva ed Auderisio d’Ascoli. Dopo i Vescovi si vedeano Rimone Gastaldo di Rieti, Lupo Conte di Fermo, Maggioriano Gastaldo di Morcone, Lupo Conte d’Ascoli, Anscauso Gastaldo di Valva, Alone Conte, Gumperto, Nordone e Campone Gastaldi, non che Citerio o Cilberio Giudice”. (Ndr: Notare il grado di giurisdizione del Piceno sul ducato di Spoleto) Anno 779 § CXCVI. “Primo Capitolare di Carlo pel suo regno d’Italia: Carlo intanto andava tutto dì riempiendo l’Italia di Franchi Salici e Ripuarj, d’Alemanni, di Bavari (galli Boj?) e di tutte le genti Germaniche… intente solo a reprimere il moto de’ Longobardi… i popoli Germanici vissero a libito nell’Italia. Carlo li aveva distribuiti principalmente nelle città di frontiera; e però i Salici si veggono in gran numero stabiliti verso i confini del Ducato di Roma e verso le Maremme Toscane. Siena divenne, a giudicarne delle carte antiche, una colonia pressoché di Salici: molti Alemanni si scorgono stanziati nel Piemonte. Ottennero tutti una quantità di terre o vacanti o confiscate… I primi Capitolari… sono del 779.

Dissertazione  Istorica  Fregelli – Napoli  I795

 “637 di Roma fu determinato di allontanare Fulvio da Roma e fu inviato contro i Popoli Sali… 630 di Roma Caio Sestio (Calvino console nel 629 di R.), allorché esercitava la carica di Proconsolo, avendo soggiogato li popoli Salj della Gallia Transalpina” (ci vollero 7 anni?!) Sestio vi fonda una città “dal suo nome si appellò Aquae Sextia nobile città di Provenza sotto il nome di Aix, ora celebre”. I Sali (Piceni) si erano spostati a nord!?

Popolo Piceno (Sali) – Popolo Italico attivo, molti secoli prima della fondazione di Roma. La datazione di Roma: 21 aprile 753 a. C., si deve ad Arunzio (Fermano – Lorese).

Piceni: Alleati di Roma, nel 269 a. C., dichiarano guerra a Roma. Nel 268 a. C. sono sconfitti, ottengono “amicizia e confederazione” (alleanza con Roma).

Clodoveo, dal 481 al 511, fu re dei Sali sull’isola dei Batavi (sotto l’Olanda): i Sali si erano spostati a nord, vicino al mar Baltico (ricco di ambra). L’ambra è molto diffusa tra i reperti Piceni…

Plinio (Lib. 3. Cap. 17) “Vercellæ Lybicorum ex Saliis ortæ” = Vercelli fondata da’ Salii nel paese de’ Libii…  (e non solo Vercelli). Gneo Pompeo Strabone, console nel 698, con la LEX Pompeia “de civitate” concede  il  diritto Latino a Liguri, Cispadani, Veneti, e a tutti i Transpadani. Prima di Carlo Magno (re dal 768 al 814), Pipino (con la “Donatio Pipini” del 754 Pipino si impegnava a riconsegnare alla Chiesa, anziché al sovrano bizantino che li rivendicava, l’Esarcato, occupato dai Longobardi, la Venezia, l’Istria, l’Emilia, la Tuscia (Toscana), la Corsica ed i ducati di Spoleto e di Benevento) considera fondamentale per l’Europa la costa adriatica. È quindi evidente lo stretto rapporto con il Piceno e i Salii.

Il commento del curatore: Alla fine del secolo scorso, la mostra “Piceni. Popolo d’Europa” fu presentata in numerose città italiane ed europee: illustrava la ricca civiltà Picena (preromana). Ma l’apoteosi non durò a lungo. Ora si è tornati a definire i Piceni come “poveri pastori vaganti”, con il beneplacito della cultura ufficiale.

Un aforisma latino: “Veritas numquam latet” (la verità quasi mai è nascosta). Si sono dimenticati di aggiungere “se la zavorra è modesta”. Buon lavoro, a chi vuol conoscere la storia. Sogni d’oro, a chi crede nelle favole.

a cura di Nazzareno Graziosi

17 luglio 2024

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