L’ampio spazio di fianco alla basilica di Santa Maria a Pié di Chienti, predisposto con un maxi schermo per legger le slide appositamente preparate per meglio seguire la tematica, si è ben presto riempito e tutte le sedie sono state occupate, come pure le panchine; chi non ha trovato posto a sedere è rimasto in piedi, per un totale di oltre 100 persone, attente dall’inizio alla fine.
“Parliamone” era il titolo dell’incontro con l’architetto Medardo Arduino e riguardava una domanda che in molti si sono posti: “Ma Santa Maria a Pié di Chienti è Basilica o Chiesa?”, domanda sorta da quando, non si sa perché, il cartello con la dicitura “Basilica” è stato sostituito con un altro che qualifica il sacro edificio come “Chiesa”.
L’architetto Arduino, esperto in architetture medievali, noto da decenni come valente studioso della storia del territorio piceno, argomento sul quale ha pubblicato diversi libri, ha intrattenuto i presenti spiegando la differenza sostanziale tra chiesa e basilica e portando a conoscenza molti documenti, provenienti anche dagli archivi vaticani, nei quali appare evidente che il “nuovo” appellativo di “Chiesa” è una forzatura mentre fin dalle origini la struttura in oggetto è sempre stata una “Basilica”, ossia edificio di costruzione imperiale, titolo che si è mantenuto per centinaia di anni.
Lui ne ha parlato ma sono clamorosamente mancati gli antagonisti, come ha fatto notare qualcuno dal pubblico, cioè coloro che hanno fatto modificare la iscrizione: l’amministrazione comunale non era presente e nemmeno qualcuno del Centro Studi Montecosarese a spiegare le loro ragioni e nemmeno a contestare (cosa difficile viste le documentazioni presentate dal relatore) la protesta. Nemmeno a portare a conoscenza dei presenti e dei contestatori con quali autorizzazioni hanno fatto il cambiamento.
Tra le domande, poche in verità venute dai presenti vista la chiarezza e la puntigliosa precisione del relatore che non lasciava adito a dubbi, una è stata interessante: “Chi ha autorizzato il cambio? So che certe decisioni spettano al Vaticano”.
Ha risposto il moderatore, Fernando Pallocchini, che essendo mancato il contraddittorio ha avuto poco da moderare: “L’autorizzazione deve arrivare dalle autorità ecclesiastiche, mentre il Comune ha solo il potere di piazzare il palo in terra”.
A fine incontro all’architetto Arduino è, forse inavvertitamente, sfuggito un dettaglio importante… lui, a sue spese e con “tutte le autorizzazioni” in tasca, tempo fa fece eseguire accurate analisi del sottosuolo della Basilica con il georadar, delle quali ha tenuto per sé i risultati (a parte qualche dettaglio pubblicato su “La rucola”). Ebbene gli è scappato detto che sotto l’attuale edificio ce n’è un altro molto più antico (probabilmente del 500 d.C.), che sarebbe da investigare ufficialmente da Comune e Soprintendenza.
Perché è importante? Perché se così fosse viste le date dei terremoti distruttivi avvenuti in loco potrebbe essere stato ricostruito da un imperatore (l’odiato, dagli studiosi “ufficiali” che non lo vogliono nelle Marche, Carlo Magno) e così si spiegherebbe la titolazione a Basilica in quanto costruzione imperiale.
Intanto certo è che coloro i quali sono rifuggiti dal democratico e aperto, “parliamone” hanno fatto una figura da… la definizione aggiungetela voi.
Fernando Pallocchini
4 luglio 2024