Quando non si hanno documenti che traccino per filo e per segno come si sono svolti i fatti, occorre procedere per deduzioni e ipotesi, che possono divergere tra una interpretazione e l’altra.
La vecchia torre civica – Concepita il 28 settembre 1483 in una adunanza del Generale Consiglio nella quale si stabilì che la torre per la campana del comune si alzasse ove si trovava la loggia della Gabella, luogo destinato per la costruzione del nuovo palazzo dei Priori o Palazzo Nuovo del Comune (che però fu iniziato solo nel 1585, oltre un secolo dopo; oggi Teatro Lauro Rossi). A Macerata esisteva già una torre civica, che si trovava nella parte bassa dell’odierna Piazza della Libertà, accanto all’attuale Palazzo della Prefettura, di fronte al lato della chiesa dedicata a San Paolo.
Il nuovo progetto – Il 2 ottobre 1483 – Mastro Matteo di Ancona presentò il progetto per la costruzione della Torre e, circa due anni dopo, il 13 giugno 1485 la torre fu appaltata a Mastro Tomaso, (dopo la rinuncia del progettista Mastro Matteo di Ancona) che paga 12 fiorini per canna di muratura e per la costruzione della scala a lumaca da farsi nella torre. Cosa paga Mastro Tomaso? La torre ancora non c’è. Forse paga il progetto! Ma cosa è questa “scala ad lumacam”? Non la scala della torre che non necessitava di essere citata a parte in quanto era ovvio che nella torre vi fosse una scala per raggiungere la sommità.
La data d’inizio dei lavori – Sulla data d’inizio dei lavori ognuno dice la sua e ne viene fuori una bella congerie di date sulla posa della prima pietra: Giulio Bruschi e Libero Paci concordano per il 1492, mentre Pompeo Compagnoni è certo del 1508; per Giuseppe Pallotta è molto prima ma non specifica alcuna data; Amico Ricci è a favore del 1561; Raffaele Foglietti è convinto del 1564; infine il Pagnanelli sentenzia 1565. Gran bella confusione anche se i più affidabili sono Giulio Bruschi e Libero Paci in quanto nell’anno 1492 è certo che i lavori furono interrotti per ordine del Governatore (anche se il documento non cita fin dove la costruzione fosse arrivata).
L’orologio e la scala ad lumacam – Sembra però che nel 1500 la torre fosse arrivata al primo Coronamento; fu terminata invece, con certezza, nel 1653, dopo ben 170 anni, secondo una iscrizione rimasta murata nella torre fino al 1833. Ma nel 1493 ci fu un fatto singolare: fu concesso a tal De Benedictis di costruire la propria casa “attigua” alla torre civica, cioè nel luogo ove era destinata la costruzione del nuovo palazzo dei Priori (oggi spazio dove sorge il teatro Lauro Rossi). Il progetto del nuovo palazzo del Comune era dunque abortito? A che punto era la costruzione della torre? Intanto, siamo nel 1571, e a quota 5,85 metri è stato installato l’orologio dei fratelli Ranieri, con il suo complesso quadrante e con il carosello dei Re Magi che rendono omaggio alla Madonna. Ma… cosa c’è sotto la sala dell’orologio? C’è un’altra scala: la scala “ad lumacam”. Una scala molto più comoda: alzata 17 cm, pedata 33 cm., larghezza 120 cm. Una scala, una tipica scala di edificio abitativo, una scala di tipo “condominiale”. A cosa serviva? Dove conduce? Abbiamo trovato questa scala citata negli atti preliminari della torre: 13 Juni 1485 fol. 206. In istrumento rogato circa fabbricam Turris, presentibus Magister Mathaeus inde Mag. Mathaeus de Ancona reampliat coptimum, et onus fabbricae Mag. Thomae ad rationem 12 flocen. pro qualibet canna muri et pro fabbrica scalae ad lumacam fiendae in dicta turri (ut fol. 208 videndum etiam fol. 205).
Il mistero della scala… “nel vuoto” – Ma nel dì 28 settembre dello stesso anno, in una adunanza del generale Consiglio, si stabiliva che la torre per la campana del comune si alzasse ove trovavasi la loggia della Gabella, vicino al luogo destinato per la rifabbrica del palazzo delli M. DD. Priori della città di Macerata (tratto da “Notizie della Torre del Conte Giuseppe Pallotta). Eppure nessun altro edificio risulta essere, a quella data, nel lato della piazza ove trovavasi detta gabella se nel 1493, fu concesso a De Benedictis di costruire la propria casa “attigua” alla torre civica, cioè nel luogo ove era destinata la costruzione del nuovo palazzo dei Priori, segno che l’area risultava non edificata. Ma dove conduceva? Salendo ci si sarebbe trovati “nel vuoto”?
Casa privata e Palazzo dei Priori – Essa non può essere stata progettata se non a servizio dell’edificio accanto come scala di accesso, e la cosa appare ovvia in quanto al tempo della progettazione della torre era previsto di costruirci accanto il nuovo palazzo dei Priori. Quindi? Torre e palazzo dei Priori unico progetto? Allora perché fu concesso a De Benedictis di costruire la casa proprio lì? E, ancora, non sappiamo a che punto fosse la torre quando questo avvenne. Le ipotesi possono essere molte ma sono solo ipotesi: il De Benedictis si trovò la scala già fatta e la sfruttò! Oppure la torre è stata costruita quando fu ripreso il progetto di realizzarci la nuova sede del Comune (1585) trasformando la casa del De Benedictis togliendone la scala? Quest’ultima ipotesi non è plausibile perché la torre, nel 1571, anno di inserimento in essa dell’orologio dei Ranieri, doveva essere almeno arrivata a quel livello.
Una scala che serve a nulla – Comunque non si deve pensare che essa sia stata realizzata quando il palazzo fu trasformato nel Teatro attuale (1765) sia perché è attestato nei documenti di fondazione della Torre, sia perché pensare di “scavare” così profondamente la torre per costruirci la scala sarebbe stata una pazzia, sia per l’enormità del lavoro, che per il pericolo di crollo e soprattutto perché non strettamente necessaria al teatro (allora non esistevano le norme che imponevano scale di emergenza – per la quale si sarebbe potuto trovare tante altre soluzioni). Una cosa è certa: questa scala non è a servizio di alcunché della torre Sorge quindi la domanda: a chi serviva e perché è stata realizzata nella torre? Una risposta più logica è che serviva al palazzo accanto alla torre, altrimenti sarebbe una scala “nel vuoto”.
Perché nella torre? Ipotesi porticato – Accettata questa ipotesi, occorre dare una risposta alla seconda parte della domanda: perché farla nella torre? Non si poteva fare una scala sotto il palazzo? (come sono le normali scale dei palazzi…) L’unico motivo che logico è che non si poteva fare sotto il palazzo perché l’intero piano doveva rimanere vuoto. A che pro? Perché doveva essere un porticato? A ben vedere, la porta di accesso a essa, è centrale rispetto all’arco di fronte, (come un invito a salire) e dalle strutture che ancora sono visibili nel piano stradale del teatro, si direbbe proprio che sia stato così. La si poteva anche costruire con accesso diretto dalla piazza. Un ingresso a fianco dell’attuale porta di ingresso al teatro. Sarebbe stata più semplice e meno invasiva per l’interno della torre.
Una piazza circondata da porticati? – Ma se pensiamo alla loggia dei bandi dell’ex palazzo dei Priori (di fronte), avere una zona coperta ove poter comunicare alla cittadinanza le decisioni del governanti anche in caso di maltempo, la cosa assume una maggiore motivazione, per cui, concludendo… sappiamo che il palazzo del Governo era porticato (se ne vedono ancora le tracce), che la loggia dei mercati è un porticato, che il palazzo del Comune è porticato, che il palazzo della Rota è porticato… anche il teatro doveva essere porticato. La piazza grande di Macerata, nel XVI secolo doveva essere completamente porticata (come le piazze principali di molte altre città di quel periodo). Concludo con una frase di Cristopher Hitchens: quel che può essere affermato senza prove, / può anche essere negato senza prove.
Da una ricerca dell’ingegnere Giammario Domizi
3 luglio 2024