A San Ginesio un concerto/conferenza tenuto dal pianista-ricercatore Andrea Panfili

Ad appena sette giorni dallo splendido recital del duo Berdini/Romagnoli, rientra subito in scena l’Associazione Selìfa di San Ginesio, con un nuovo appuntamento musicale particolarmente interessante, programmato per le ore 18 di domenica 7 luglio sempre nell’Auditorium Comunale di Sant’Agostino.

Cambia il genere musicale, cambia il protagonista, ma di altrettanto sicuro interesse appare questo nuovo evento “selifiano”. Si tratta infatti di un concerto/conferenza del pianista-ricercatore romano Andrea Panfili. Già negli anni passati Panfili ha presentato a San Ginesio i frutti di sue personali preziose ricerche effettuate nella Biblioteca Casanatense di Roma, negli archivi dell’Abbazia di Montecassino, dell’Accademia Filarmonica Romana, della Basilica di S. Giovanni in Laterano, dell’Accademia di Santa Cecilia e della famiglia di mons. Caetani, mecenate ed erudito romano del Settecento.

Questa volta Panfili illustrerà ed eseguirà musiche inedite facenti parte del cosiddetto “Fondo Gustavo Adolfo Noseda”, collezionista e compositore milanese  (1837-1866). A costui si deve il merito di aver salvaguardato e valorizzato una ingente raccolta di preziosi manoscritti e di rare edizioni a stampa che negli anni turbolenti e burrascosi immediatamente seguiti all’Unità d’Italia avrebbero sicuramente rischiato la dispersione, se non addirittura la distruzione.

Tra il 1860 e il 1863 Noseda, che si trovava a Napoli per studiare composizione con Saverio Mercadante, direttore del Reale Collegio, riuscì ad acquistare un’impressionante quantità di manoscritti ed edizioni musicali provenienti sia dalle biblioteche dismesse della nobiltà napoletana che dagli archivi di monasteri e conventi in via di soppressione. Con l’arrivo di Garibaldi e la conseguente fuga del re Francesco II di Borbone, la città partenopea era caduta in uno stato di frenetica euforia e al contempo di totale confusione. Molti nobili fedeli ai Borbone, temendo ritorsioni, avevano lasciato frettolosamente Napoli, svendendo al migliore offerente i loro beni, mentre le congregazioni religiose, a seguito delle leggi di soppressione e di liquidazione dell’asse ecclesiastico, avevano cercato anch’esse di alienare il più rapidamente possibile tutto ciò che possedevano, pur di non consegnarlo al nuovo “Stato usurpatore”. A tali musiche, poi inventariate e collocate nell’archivio musicale di Palazzo Noseda a Milano, si aggiunsero altri preziosi acquisti fatti a Milano, a Friburgo e a Parigi, cosicché la collezione raggiunse un numero veramente considerevole di manoscritti ed edizioni a stampa.

Per il suo eccezionale valore la collezione fu poi trasferita nella biblioteca del Conservatorio di Milano e, una volta riordinata e inventariata, fu resa fruibile dal pubblico a partire dal 1897. Recentemente il fondo Noseda è stato di nuovo studiato e catalogato; allo stato attuale consta di oltre 14.000 unità.

2 luglio 2024

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