“Segrete corrispondenze: Diego de Minicis, Ugo Caggiano, Osvaldo Licini”, questo è il titolo dell’evento di chiusura dell’esposizione delle opere di Caggiano presso il Museo Diego De Minicis di Petriolo. Chiusura importante che sarà siglata nel nome di Osvaldo Licini di cui si parlerà con la Prof. Daniela Simoni, Direttrice della stessa Casa Museo Licini e una delle voci più autorevoli per parlare dell‘artista di Monte Vidon Corrado.
Dopo l’avvio della mostra, il 18 maggio, con il contributo del massimo conoscitore di Ugo Caggiano, il prof. Lucio Del Gobbo che ha delineato l’intera parabola umana e artistica di Caggiano si è cercato, successivamente, con l’appuntamento del 21 maggio, che ha visto protagonista il Prof. Roberto Cresti, di tracciare le coordinate del percorso artistico di Caggiano all’interno dell’evoluzione delle avanguardie europee del ‘900. “L’arte non oggettiva”, alla quale il Prof. e Direttore Artistico del Museo Palazzo Ricci di Macerata associa l’opera di Caggiano, affonda le radici nella prima avanguardia russa, il suprematismo di Malevic per poi propagarsi verso altri movimenti astrattisti quali il De Stijl di Piet Mondrian, Il cavaliere Azzurro di Kandinskij, Jean Miro, Paul Klee, poi Alberto Burri fino a Alexander Calder.
Nell’appuntamento di chiusura con Daniela Simoni il focus si sposterà, in parte, su alcune corrispondenze espressive che si possono ritrovare tra Caggiano e Licini ma soprattutto sulla condivisione di un’origine, di un presupposto o qualcosa che semplicemente possiamo chiamare base di partenza: questo è il territorio, la terra natìa, il paesaggio non solo in sè come fonte di ispirazione ma come vera e propria madre e materia viva anche in senso metafisico. L’arte di Licini, che sfugge a una definizione univoca, può essere però considerata un percorso (errante, erotico, eretico) di trasfigurazione totale e potente del paesaggio in tante direzioni: antropomorfica piuttosto che geometrica o semplicemente poetica.
Il Paesaggio, l’ambiente naturale-storico della fascia medio collinare del Piceno maceratese è l’orizzonte culturale nel quale vive anche l’arte di Caggiano ed è il bene fondamentale che tutti noi, alla fine, vogliamo e dobbiamo celebrare e valorizzare perché costituisce la nostra risorsa unica e fondamentale. In questo senso, da Petriolo, il Museo Diego De Minicis tramite la figura di Ugo Caggiano vuole lanciare un messaggio di sostegno al nostro patrimonio culturale come baricentro del lungo processo di ricostruzione post sisma dei territori.
Daniela Simoni e Mario Montalboddi dialogheranno sull’arte a partire dalla proiezione di “This Bitter Earth” il video che contiene una bellissima intervista ad Ugo Caggiano curata da Enrico Tallei, rilasciata poco tempo prima della scomparsa dell’artista nel 2020. In chiusura, la famiglia Caggiano rispondendo all’impegno annunciato del Sindaco di Petriolo dall’Amministrazione Comunale a realizzare la “casa di Ugo Caggiano” farà dono alla Comunità di Petriolo di tre opere in segno di riconoscenza e di stimolo.
20 giugno 2024