È questa amarezza, la memoria / di cose perdute e non più realizzate. / Ora mi resta ancora quel respiro / affannoso / che non so disperdere. / Forse ci penseranno i giorni, i nomi, le città, / quasi a suggerirne quel disegno / che è poi di un foglio, / dove lascio tracce; / una mano che raccoglie il vento, / toccarla, / per sperare ancora la vita.
Mauro Ruzzu
14 giugno 2024