“Diego De Minicis incontra Ugo Caggiano”, questo è il titolo di un evento espositivo che si inaugurerà a Petriolo. Si tratta di un esperimento di “contaminazione” tra due figure apparentemente molto lontane dal punto di vista artistico. Innanzitutto però è proprio la città di Petriolo che crea un legame avendo dato i natali ai due artisti a distanza di molti anni: il primo nel 1913 e l’altro nel 1941. De Minicis muore nel 1942, dopo una breve vita, volontario al fronte russo. Durante la guerra, quindi, avviene questa sorta di passaggio di consegne tra i due artisti petriolesi.
Aldilà delle curiosità anagrafiche quello che è più importante sottolineare è che si tratta per Ugo Caggiano della prima uscita petriolese che va in qualche modo a siglare l’impegno che l’amministrazione comunale si è presa di valorizzare il fondo di opere che la Famiglia di Caggiano ha deciso di mettere a disposizione della città di Petriolo. Un impegno che l’attuale Sindaco ha rimarcato già nell’occasione dell’apertura del Museo 900 dedicato a Diego De Minicis sul finire del 2022. Per la città di Petriolo Diego De Minicis e Ugo Caggiano sono i punti di riferimento dell’arte moderna e contemporanea. Diego De Minicis ha già la sua casa e prossimamente anche Ugo Caggiano troverà la sua all’interno di un Centro Storico devastato dal sisma 2016 e che sta cercando di risollevarsi anche attraverso la creazione di spazi culturali e museali che possano valorizzare a pieno anche il patrimonio artistico del 900 ed anche contemporaneo. È chiaro che la triangolazione dovrà perfezionarsi con la creazione dello spazio giusto per la figura certamente più rappresentativa nel 900 dal punto di vista culturale per Petriolo: Giovanni Ginobili. Quindi Diego De Minicis ospita nel suo spazio museale alcune opere di Ugo Caggiano. Come si diceva una sperimentazione, una contaminazione foriera di risultati del tutto inaspettati.
Nello spazio che racconta la vicenda più che tragica di un artista alla ricerca di una sua dimensione dentro quel ventennio che precede la deriva bellica, un mondo pressoché in bianco e nero. All’interno di questo contesto plumbeo si insinua la visione coloratissima dell’esperienza artistica che trasmette Ugo Caggiano. De Minicis è un grande scultore e un grande disegnatore ed aspira alla perfezione del dettaglio seguendo un percorso tracciato in avvio dal novecentismo di Margherita Sarfatti. Ugo Caggiano è un pittore che gioca con le forme ed i colori lasciandosi alle spalle qualsiasi suggestione realistica e soprattutto qualsiasi nostalgia metafisica o sogno neoclassico. Cosa che invece consuma De Minicis. Caggiano è figlio delle avanguardie europee da Kandinskij a Mirò per tornare poi a Wladimiro Tulli. Dalle sue opere sgorga un amore sincero per la natura e per il paesaggio (la nostra campagna) nella sua essenza di geometrie e colori ed in questo si avvicina anche L’idea al nostro grande Osvaldo Licini.
All’interno del Museo De Minicis sono allestite le cosiddette “Semoventi” di Caggiano. Sculture leggere, multimateriali, filiformi che vogliono essere toccate per muoversi e librarsi nell’aria. Accanto a queste straordinarie creazioni una serie di “Pietre Miliari” che forse sono l’espressione più poetica di Ugo proprio perché irriducibili a un significato certo e chiuso. Nell’idea di pietra miliare si confonde l’anelito ad un cammino certo e scandito ritmicamente ma in realtà è ben presto evidente l’assenza di qualsiasi tonalità morale che lascia il posto al sogno del pellegrino avventuroso.
18 maggio 2024