Ho voluto sviluppare questa mia idea (autolesionista) per ricordare e rendere merito a chi ha scritto qualcosa su e da Caldarola (MC), senza trascurare le tipografie.
Ringrazio per la collaborazione il sig. Vittore Ciccotti, appassionato di storia locale, il prof. Rossano Cicconi, di Tolentino, apprezzato ricercatore d’archivio e il disponibile dr. Raoul Paciaroni, storico di San Severino Marche.
Oltre a Cicconi e Paciaroni ha scritto molto su Caldarola anche il compianto don Antonio Bittarelli, direttore del settimanale “L’Appennino Camerte” di Camerino.
Vittore Ciccotti ha una fornita libreria di storia locale, comprendente anche libricini di poche pagine, opuscoli, numeri unici, estratti, riviste e calendari: materiale documentario di non facile reperibilità.
Gli argomenti più ricorrenti riguardano il castello dei conti Pallotta, il beato Francesco Piani, nato a Caldarola ma vissuto nel convento di Colfano (Camporotondo di Fiastrone), i pittori della scuola caldarolese, e l’opera d’arte la “Madonna del Monte” che si trova nell’omonima chiesa sita in piazza Vittorio Emanuele II. A questa tavola di olivo, dipinta da Lorenzo D’Alessandro di San Severino Marche, i fedeli caldarolesi sono particolarmente devoti. Se n’è scritto in pubblicazioni un po’ meno conosciute, tuttavia l’attività della concia delle pelli, secondi gli storici introdotta nella metà del 1500, divenne fiorente nel Settecento.
Raoul Paciaroni è uno studioso di San Severino Marche che fin dal 1969 si è dedicato allo studio della storia delle Marche e in particolare della sua città natale, iniziando a scrivere articoli prima per il settimanale diocesano “L’Appennino Camerte” (allora diretto da Angelo Antonio Bittarelli), e via via sempre su giornali più qualificati ed importanti fino alle più prestigiose riviste di storia e di arte. Sono pertanto molti anni che Paciaroni ricerca con meticolosità ed illustra con competenza fatti importanti, personaggi illustri, capolavori d’arte. Se le secolari vicende di San Severino sono state la materia più studiata, non sono mancati interessanti saggi anche sulla storia economica, sull’arte e il folklore della provincia maceratese, e più in generale della regione Marche. I suoi studi[1] scientifici contano ormai oltre 250 titoli.
Tutti gli studi di Paciaroni, dai più brevi ai più ponderosi, sono densi di documenti e di richiami bibliografici e in essi non mancano importanti accenni a Caldarola.
Da quanto mi ha riferito il suddetto Paciaroni posso riportare quanto segue.
“La bibliografia relativa a Caldarola non è copiosa perché non ci sono stati molti studiosi locali che si sono dedicati a tramandare le più importanti vicende del paese (fatta eccezione per Girolamo Barlesi nell’Ottocento, e Rossano Cicconi nel Novecento) e perché gli archivi storici dove erano conservati i documenti sono in gran parte andati dispersi. Per ovviare a queste mancanze può essere utile esaminare le storie dei paesi vicini (Camerino, Tolentino, San Ginesio, San Severino Marche, ecc.) che hanno avuto frequenti rapporti politici ed economici con Caldarola e che pertanto conservano nei loro archivi e nelle loro memorie tracce relative al nostro paese”.
Vediamo alcuni testi
Gregorio Picca nacque a Caldarola nel primo quarto del XVI secolo e visse a Roma e nelle Marche, giureconsulto, oratore, teologo, poeta, avvocato del Comune e rettore di un istituto di beneficenza. Nel 1582, insieme con altri giuristi, redasse gli statuti di San Ginesio.
Scrisse anche gli statuti di Caldarola “Statutorum iurisq. municipalis ecclesiasticae terrae Caldarolae”, che furono stampati a Macerata, nel 1586, presso Sebastiano Martellino. Il 25 gennaio 2014 gli fu dedicata la biblioteca comunale.
Padre Francesco Cardinali, frate minore del vicino convento di Colfano, dopo averli tradotti dal latino, il 1° settembre 1985, li fece ripubblicare in italiano.
Girolamo Luigi Barlesi, nato a Caldarola il 24 febbraio 1774, divenne canonico e lasciò un manoscritto che nel 2003 fu stampato a cura di Rossano Cicconi. Si parla delle origini della famiglia Pallotta, di Caldarola e degli uomini illustri; aveva raccolto varie memorie notabili annotate nei registri presenti negli archivi delle chiese caldarolesi. Alcuni eventi li aveva vissuti direttamente.
Del Barlesi il prof. Rossano Cicconi mi ha scritto: “Girolamo Barlesi (1774-1849), canonico della Collegiata di S. Martino di Caldarola, ha lasciato un manoscritto pubblicato con il titolo di “Memorie” da Rossano Cicconi su iniziativa di quel Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata nella persona dell’On. Roberto Massi Gentiloni Silverj nel 2003 in un volume di oltre 400 pagine.
Si tratta di uno scritto composto nel triennio 1816-1818, con riprese e aggiunte successive, suddiviso in 5 sezioni da lui chiamati “opuscoli” e dedicati rispettivamente alla famiglia Pallotta, alla storia di Caldarola, a notizie diverse, ai caldarolesi illustri, all’epopea di Giuseppe Vanni, uno dei capi dell’insorgenza antifrancese.
Al Barlesi hanno attinto tutti coloro che in epoca successiva si sono dedicati allo studio delle vicende riguardanti Caldarola, anche se egli non appare come uno storico in senso pieno, perché non si produce in un’analisi critica di quanto viene via via narrando, né si cura più di tanto dell’esattezza dei fatti e dei documenti registrati, ponendosi in qualche modo sulla scia degli eruditi del XVII e XVIII secolo, in quanto si prodiga nella raccolta di testimonianze e di notizie presso archivi pubblici e privati, ricercando ciò che può essere utile al suo scopo.
Come ebbe a scrivere anni fa Angelo Antonio Bittarelli, il Barlesi era nato forse più per le lettere che per la storia; infatti, raggiunge livelli di grande vivacità narrativa quando racconta le vicende del Vanni e parla di fatti di cui è stato testimone oculare, parteggiando apertamente per un personaggio di cui a Caldarola si è quasi persa la memoria”.
Un opuscolo è “La madonna del Monte in Caldarola. Pittura in tavola di Lorenzo Severinate descritta dal conte Severino Servanzi Collio cavaliere gerosolimitano”, stampato dalla tipografia di Alessandro Mancini, a Macerata, nel 1860.
Tra i primi volumi esaminati c’è: “Caldarola e i suoi anni: ritagli storici”, opera di Giuseppe Caramelli, stampato dalla tipografia succ. Borgarelli di Camerino. Secondo Vittore Ciccotti scrisse il volumetto come per presentarsi, in quanto ambiva fare il segretario comunale a Caldarola. Del Caramelli il professor Cicconi mi ha scritto:
“Giuseppe Caramelli, segretario comunale di Cessapalombo, scrive e pubblica nel 1881 un ampio volumetto intitolato “Caldarola ed i suoi anni: ritagli storici”. Anche in questo caso, come peraltro avviene per il Barlesi, il testo merita di essere letto e consultato. Risulta suddiviso in XV capitoletti e contiene un’appendice di “note e documenti” che rendono il lavoro più moderno, più organico e più vicino ai nostri giorni. Per entrambi gli autori, come è prassi valida in ogni tempo, è necessario ogni volta confrontare e verificare quanto hanno scritto e le fonti alle quali essi hanno attinto, e apprezzarne comunque l’opera, verso la quale restiamo in ogni caso debitori”.
Giovanni Libani, un insegnante di Caldarola, scrisse “Memorie storiche degli insigni pittori caldarolesi” (1882), stampato da Natalucci a Civitanova Marche. Quel volumetto fu ristampato dalle scuole medie locali nel Novecento.
Nel 1903 giunse l’energia elettrica a Caldarola e fu stampato il numero unico “La luce elettrica a Caldarola”, probabilmente a cura dell’azienda che costruì la rete nel centro storico.
L’arciprete Giuseppe M. Piersanti, quando lasciò il servizio presso la chiesa di San Gregorio, scrisse l’opuscolo “Elogio di S. Gregorio Pr. M.”, stampato nel 1911 dalla tipografia Luigi Romagnoli di Castelplanio.
Ad aprile 1914, stampato dalla tipografia Filelfo di Tolentino, uscì il libretto di Lorenzo Marchetti: “Impianti idro-elettrici della ditta Celso Grifi & Comp. di Caldarola (Marche)”. Descriveva la centrale elettrica del Molinaccio sul Fiastrone, gestita dalla famiglia Grifi, che alimentava Caldarola, San Ginesio, Cessapalombo, Camporotondo di Fiastrone e Sarnano, e forse qualche altro Comune limitrofo.
L’ingegnere caldarolese Giovanni Maravaglia vinse un bando di concorso per costruire una centrale elettrica a Norcia, che poi gestì. Esiste un diario scritto a penna, e in seguito trascritto, dal titolo “La centrale elettrica di Norcia. Dal 1898 al 1926 – Memorie”.
Fu pubblicato postumo nel 1934 il volumetto “Il castello Pallotta in Caldarola del conte Desiderio Pallotta”. Nel 1928 erano state inaugurate delle grandi epigrafi (quasi illeggibili) alla base della torre della Vittoria, a pochi metri dalla porta Camerte. Una riguarda la vittoria nella grande guerra, l’altra la famiglia Pallotta.
Don Ferdinando Feliziani, di Croce, ha scritto il libricino “Il B. Francesco Piani da Caldarola”, stampato nel 1934 dalla tipografia Succ. Savini-Mercuri di Camerino.
Padre Giuseppe Stacchiotti, Ofm, ha scritto, nel 1937, “Vita del beato Francesco da Caldarola. Morto in Colfano nel 1507”, stampato dalla tipografia Filelfo di Tolentino.
Nell’ottobre 1945 uscì il numero unico “L’Aquilone” in occasione dell’inaugurazione dell’oratorio “Cristo Re”, posto a lato della chiesa di S. Gregorio.
“Cenni storici sul castello Pallotta di Caldarola” (1970) fu scritto dal conte Paride Guglielmo Pallotta dalla Torre del Parco, in onore del figlio Giammario, scomparso precocemente.
All’inizio degli anni Settanta i coniugi prof. ri Arnaldo Mazzanti e la moglie Anna Cerutti di Grossetto, entrambi storici dell’arte, soggiornanti in estate a Pievefavera, fecero dei ritrovamenti di frammenti archeologici sulla riva destra del lago di Caccamo (detto anche di Pievefavera). Man mano che faceva nuovi rinvenimenti, Mazzanti li descriveva con articoli su “L’Appennino Camerte”. Uscirono diversi articoli, mentre era direttore don Antonio Bittarelli.
Negli anni 1971, 1973, 1974, 1997 e nel 1998, a Caldarola furono organizzati dei convegni/congressi di parapsicologia, alcuni ad opera del conte Lorenzo Mancini Spinucci di Fermo, del prof. Raul Bocci di Camerino e dall’AISP (Associazione Italiana Studi Psichici). Il periodico di Camerino “L’Aurora. Per la ricerca scientifica dei fenomeni supernormali” ne scrisse nei numeri 171 del giugno 1973, nr. 430 del novembre 1996, nr. 432 del gennaio 1997, nr. 434 del marzo 1997 e nr. 441 del novembre 1997.
Esiste anche il volumetto (o estratto) “Giovanni Andrea De Magistris pittore sconosciuto” di Angelo Antonio Bittarelli stampato dalla Tipografia Maceratese nel 1975. Racconta del capostipite della dinastia pittorica caldarolese, padre del più conosciuto Simone de Magistris.
Stampato nel 1975 dalla Tipografia Maceratese l’estratto “Studi su Caldarola” di Angelo Antonio Bittarelli, il quale si occupa di tre argomenti: Ludovico Clodio, l’insorgenza antifrancese a Caldarola e il pittore Andrea De Magistris.
Don Lorenzo Dibiagi, all’epoca parroco di Croce e in seguito di Cessapalombo, ha scritto “Caldarola e le sue frazioni. Guida ai ben ambientali, artistici e storici con rievocazioni di canti e tradizioni popolari” (1983) a cura del Comune di Caldarola. Ciccotti ritiene che, essendo una buona trattazione, in seguito è stata ripresa da altri.
Giovanni Ottavio Quercetti, insegnante di storia alle scuole medie di Belforte del Chienti, ha scritto “Caldarola tra epica e storia” (1985), raccontando alcuni episodi di epica e storia locale.
Il dr. Marco Falcioni ha dato alle stampe la sua tesi di laurea presso l’Università di Camerino Facoltà di Scienze Politiche indirizzo storico-politico-sociale: “La ristrutturazione urbanistica di Caldarola nel XVI secolo e la normativa edilizia cittadina” (Mierma 1990). Le ricerche, oltre agli archivi locali, si sono estese all’archivio segreto vaticano.
Di Rossano Cicconi è l’opuscolo “Note di storia postale a Caldarola” estratto da Nello Zuccari Arte Filateliche 22ª vendita, stampato nel settembre 1990.
Il prof. Rossano Cicconi ha pubblicato una serie di tre volumi storici sulle sue ricerche d’archivio: “Caldarola nel Quattrocento” (Mierma 1991), “Caldarola nel Cinquecento” (Mierma 1996), e “Caldarola nel Sei-Settecento e una retrospettiva biografica sui pittori caldarolesi del 16° secolo” (Comune di Caldarola 2009). Sono stati consultati l’archivio comunale, l’Archivio di Stato di Camerino e Macerata e quello arcidiocesano di Camerino. Vi si può leggere di vita sociale, amministrativa, religiosa, degli statuti comunali, con varie notizie biografiche sui pittori caldarolesi Nobile da Lucca, Giovanni Andrea De Magistris e il figlio Simone.
Mons. Pietro Amato ha scritto: “Simone De Magistris. Picturam et sculturam faciebat (1538-43)” editrice Lampo di Campobasso (1996). È un ciclo di lezioni dell’anno accademico 1992-93 pubblicato dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata. È grosso tomo illustrato a colori, con le opere del pittore Simone De Magistris.
Il dr. Raoul Paciaroni ha scritto l’estratto in Studia Picena LXII (1997) “Note sanseverinate per il viaggio di papa Clemente VIII attraverso le Marche”. Narra del viaggio da Roma a Ferrara di quel pontefice. Lunedì 20 aprile 1598 il papa lo trascorse a Caldarola. Essendosi estinta la nobile famiglia degli Estensi, era andato a prendere possesso del ducato di Ferrara che passava sotto l’autorità pontificia. Gli spunti furono presi dal diario dei numerosi componenti del corteo papale.
“Caldarola. Terra di Castelli”, nel 1999, a cura della Pro Loco, itinerari caldarolesi 5. Vittore Ciccotti sostiene sia una riduzione e un adattamento del volume di Lorenzo Dibiagi.
Daniela Matteucci ha pubblicato l’estratto dal titolo: “La scuola di Caldarola e il cantiere di palazzo Pallotta”, dove ha descritto il palazzo Pallotta, allora sede municipale. Fu pubblicato in “Studia Picena” 1999-2000 pag. 177 vol. LXIV-LXV.
Altro suo scritto è: “Simone De Magistris e i pittori di Caldarola nelle Marche minori dopo Lorenzo Lotto” uscito in “Studia Picena” (1999-2000) volume 64 e 65 a pag. 177.
“Lo scrigno di Caldarola. La Madonna del Monte, il beato Francesco e la Confraternita” a cura di Angelo Antonio Bittarelli, (1992), fu pubblicato in occasione del cinquecentenario dell’opera la “Madonna del Monte”.
“Tesori d’arte della terra di Caldarola. Lorenzo d’Alessandro, la Madonna del Monte 1491” è un calendario del 1992 a cura di mons. Pietro Amato che descrive ogni personaggio dipinto sulla tavola della Madonna del Monte.
A mezzo secolo di sacerdozio don Giuseppe Roselli, parroco di San Marcello di Camerino e fratello di Pacifico, il locale tassista (il padre Giovanni era caldarolese), ha scritto “50 anni insieme” (1995), dedicando ai parrocchiani i suoi ricordi e le riflessioni.
Scritto a tre mani da Rossano Cicconi Viviana Grifi Cammilleri e Angelo Antonio Bittarelli il volume “Vestignano di Caldarola” edito nel giugno 1995 da Mierma di Pieve Torina – Camerino.
Mons. Pietro Amato ha scritto l’estratto “San Martino di Tour storia, culto tradizioni locali”, atti della giornata di studio in occasione delle celebrazioni per il XVI Centenario della morte di San Martino vescovo di Tours (397- 1997), nel teatro politeama di San Martino Spino, 8 novembre 1997. Fu stampato a Mirandola nel 1999.
Nel 2001 è stato scritto l’estratto da “Giuseppe Vanni nella documentazione caldarolese” estratto da “1799: l’insorgenza antifrancese e il sacco di Macerata”, atti del convegno di studi presso l’Università di Macerata, 20 maggio 1999. Ricordiamo che Giuseppe Vanni (1763-1808), nato a Caldarola, tenente generale, fu uno dei capi dell’insorgenza antifrancese del 1799.
A mio parere, un contributo apprezzabile alla cultura, alla storia locale e alle tradizioni caldarolesi l’ha dato il parroco mons. Mariano Blanchi, vicario generale dell’Arcidiocesi, ora a Castelraimondo. Dedicò molta cura nella redazione di trentasei numeri del trimestrale “Exodus”, dal marzo del 2001 al novembre del 2009, con una media di venti pagine a copia. Quei numeri sono stati salvati anche in un unico file in formato PDF.
Per festeggiare un anniversario l’Avis di Caldarola pubblicò il volumetto “In una goccia la vita”, stampato nel mese di marzo 2004 dalla Linotype di Tolentino. Colgo l’occasione per ricordare il caro amico Luciano Frascarelli, il quale si è speso tanti anni a favore dell’Avis locale, partecipando a numerose cerimonie dell’Avis, nelle Marche e oltre.
Raoul Paciaroni ha scritto l’articolo: “I vasai di Caldarola nel Cinquecento”, uscito in “Faenza”, Bollettino del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, annata XCII (2006), n. 1-3, pp. 100-121. L’autore al riguardo mi ha scritto: “Tra le località marchigiane celebri nel passato per la produzione ceramica figura anche Caldarola. L’Autore offre una breve panoramica di antichi scrittori che menzionarono la produzione caldarolese seguita dal regesto di numerosi documenti riguardanti i vasai di Caldarola che vissero e lavorarono a San Severino Marche nel secolo XVI”.
Il Circolo[2] Filatelico e Numismatico di Caldarola fece stampare, nel 2006, su carta patinata, ma in bianco e nero, il volume: “Caldarola l’urbs e la civitas durante l’epoca della fotografia analogica” a cura del prof. Alberto Cingolani. Le numerose foto furono richieste alla popolazione che partecipò numerosa. Stampato dalla tipografia La Nuova Stampa di Camerino, nel mese di dicembre 2006.
In occasione del quinto centenario della morte del beato Francesco Piani, il Circolo Filatelico e Numismatico di Caldarola ha voluto partecipare alle celebrazioni pubblicando il lavoro in suo onore: “Intorno alla vita del beato Francesco da Caldarola” di Viviana Grifi Camilleri, stampato presso la Graficart di Tolentino nel mese di agosto 2007. L’autrice ha approfondito alcuni aspetti della vita del frate minore; il volumetto è dotato di un’ampia bibliografia.
Tre mostre e i cataloghi
Dal 5 aprile all’11 novembre 2007 si svolse a Caldarola la mostra: “Simone De Magistris. Un pittore visionario tra Lotto e El Greco”, organizzata dai prof. Vittorio Sgarbi, Stefano Papetti e Liana Lippi. In quella occasione i visitatori, tra la mostra e il castello Pallotta, furono circa 70.000.
Dal 20 marzo al 24 agosto 2008 si tenne la mostra: “Scoperte nelle Marche intorno a De Magistris”.
Il 22 maggio 2009 si inaugurò la terza mostra della serie: “Le stanze del cardinale. Caravaggio, Reni, Guercino, Preti”, a cura di Vittorio Sgarbi.
A vent’anni dalla scomparsa di don Paolo Mercorelli (1930 – 1992), per tanti anni parroco di Caldarola, il Circolo Filatelico e Numismatico di Caldarola gli dedicò il volume “Poesie”, dove furono raccolte le più belle poesie di quel sacerdote. Fu stampato nel dicembre 2012 dalla Graficart di Tolentino.
Nel 2015 Rossano Cicconi ha scritto e fatto stampare da Aracne editrice di Ariccia “Il beato Francesco da Caldarola. Esame delle fonti e problematica del culto” estratto da “I monti Azzurri. A Pier Luigi Falaschi per il suo ottantesimo compleanno”. In copertina c’è la statua del beato, opera dello scultore Franco Falcioni e posta nel parco delle Caterinette, a pochi passi dal castello Pallotta.
Di Antonella Lenti il volume: “ … ma ci resta il cielo. Caldarola: volontari del terremoto tra macerie e voglia di ricostruzione”, stampato nel luglio 2017 da Edizioni Pontegobbo di Bobbio. Sono le esperienze dirette dell’autrice a contatto con i volontari e gli abitanti nel dicembre 2016, appena dopo il forte terremoto.
Il Circolo Filatelico e Numismatico di Caldarola ha dato alle stampe “Sindaci Amministratori e Candidati del Comune di Caldarola dal 7 luglio 1944 al 7 giugno 1999” con i caratteri della Graficart di Tolentino, nel febbraio 2018. Furono necessari diversi mesi di ricerche e lettura delle delibere nell’archivio comunale; terminato prima, fu presentato dopo la grave crisi sismica.
Nel gennaio 2019 uscì il volumetto fotografico formato 24 x 16 cm “Caldarola. Un viaggio tra le emozioni”, con ampia documentazione d’immagini sui danni apportati dalla crisi sismica del 2016. Le fotografie sono state fornite dall’archivio del Comune di Caldarola, da Stefano Ciocchetti e da Alessandro Donati, testi e didascalie sono di Loredana Camacci Menichelli; il Comune di Caldarola lo fece stampare dalla tipografia San Giuseppe di Pollenza.
In quella copertina sono ricordate le tre scosse più forti avvenute: il 24 agosto 2016 ore 3.36, il 26 ottobre ore 21.18 e quella micidiale del 30 ottobre 2016 alle ore 7.40 di magnitudo 6.5 della scala Richter, dopo la quale fu evacuato e chiuso il centro storico in cui vivevo: una ferita ancora aperta.
Nell’ottobre 2019 Rossano Cicconi ha fatto stampare con i caratteri della tipografia S. Giuseppe di Pollenza: “Ludovico Clodio. Arciprete di Caldarola: la sua vita il suo tempo”, estratto da Studi Maceratesi 53. Nuove indagini storico-archivistiche su Macerata e il suo territorio. Clodio fu vescovo, governatore di Civitavecchia, ma anche un valente architetto militare, progettò la rocca Borgesca a Camerino.
È una sintesi di ciò che ho scritto, non una autoesaltazione – Principalmente tra il 2000 e il 2016, ma anche dopo, ho scritto decine e decine di articoli, interviste e micro-biografie di persone del territorio di Caldarola comprendente le frazioni di Vestignano, Croce, Pievefavera, Valcimarra, Bistocco e degli altri quattro Comuni vicini. Ma anche di ambiente, natura, ricordi, memorie e tradizioni. Poi alberi secolari, sorgenti, laghi, fiume Chienti e affluenti, ruscelli, mulini, la stazione di posta di Valcimarra, lo scotano e quant’altro mi appassionava. È stata cronaca bianca, positiva, non certo cronaca nera. Non mi sono “sfuggite” persone venute da fuori o passate a Caldarola: dall’Inghilterra, Roma, Grosseto, Trieste, solo per citarne qualcuna.
“Lungo le rive del Fiastrone. Il convento di Colfano e dintorni” (Camerino, Arte Lito, 2003) è il mio primo volumetto, dove ci sono vari riferimenti a Caldarola e ai suoi abitanti, considerata anche la vicinanza.
Nel mio libro “A spasso nel tempo” (Macerata, edizioni Simple, 2009) ho raccontato molto di Vestignano, del colle di Garufo e del capoluogo Caldarola, di diversi personaggi e delle tre mostre sui De Magistris curate da Vittorio Sgarbi. L’introduzione alle pagg. 11 e 12 è stata di Rossano Cicconi.
Passato un po’ in sordina perché non è stata fatta una presentazione, il volumetto da me curato “Ricordi di un costruttore” (Macerata, edizioni Simple, 2010), è basato sulle memorie di Giampaolo Marzioli, imprenditore edile attivo anche a Tolentino e altrove, ultimo di una lunga generazione di costruttori iniziata nei primi decenni del Settecento.
Significativa anche la raccolta dei miei scritti sulla seconda guerra mondiale, sulla Resistenza e sulla guerra di Liberazione, purtroppo comparsi in articoli su periodici locali e sparsi in alcuni libri, raccolta di scritti vari. È un’eccezione il libro “Scrivere di guerra pensare alla pace” (Macerata, edizioni Simple, 2014). In appendice di quel volume, dopo varie ricerche presso l’Archivio di Stato di Macerata, sono riuscito a riunire in due tabelle di Excel in formato A4 tutti gli internati civili di guerra nel Comune di Caldarola e Belforte del Chienti, durante l’ultimo conflitto mondiale. Da pag. 139 a pag. 143, nel capitolo “Calzature e intelligence”, si racconta di Francesco Biondi, informatore del C.L.N.
Non è stato possibile raggruppare gli altri articoli dello stesso argomento bellico e resistente in un unico libro, perché scritti in tempi diversi. Ad esclusione di quattro libri che trattano di altri argomenti (per sedici anni ho scritto da Caldarola), in quasi tutti gli altri volumi vi sono capitoli, o vari cenni, dedicati a qualcuno o qualcosa di quel territorio comunale.
Ad esempio: nel primo capitolo (pag. 21) “Cenni storici sul teatro[3] di Caldarola” del libro “Gente di Marca. Fatti esperienze donne viaggi” (Macerata, edizioni Simple, 2015) non mi sono limitato a consultare, elaborare e riunire ciò che era già stato scritto su quel teatro. Ho cercato, rintracciato e intervistato la vedova del prof. Guido Bruzzesi di Macerata, artista che aveva coordinato i lavori di pittura della volta. Poi gli artisti romani Maurizio Cavicchiola e Fabrizio Mercorelli che lo decorarono, ma anche il prof. Fabio Macedoni, ideatore e principale fautore di “Dialettiamoci”. Inizialmente avevo contattato anche l’imprenditore edile Mario Battellini, di Belforte del Chienti, che negli anni Ottanta aveva ristrutturato quel teatro. Avevo sentito anche Alfio Ciccotti, custode per ben settant’anni.
Poi ho sempre scritto di altro in giro per il mondo, perché i confini mi vanno stretti, … con notevole insoddisfazione dei campanilisti locali che, talvolta, chiamavo “parrocchialisti”! Al riguardo riporto un curioso aneddoto.
La sig. ina caldarolese V. R. disdegnò il mio libro “Gente di Marca”, perché a pag. 95, nel capitolo “Un maestro con gli americani. Lino Semmoloni”, si raccontava del nominato, già sindaco di Tolentino. L’anziana avrebbe voluto 301 pagine, tutte su Caldarola: Tolentino, distante solo 12 km, era troppo lontano!
Semmoloni mi aveva raccontato le sue vicende belliche in Sicilia e della sua carriera politica, affidandosi a me con stima; all’epoca degli incontri quel maestro era già non vedente!
Questa ricerca, pure impegnativa, non è esaustiva, vuole essere solo una base di partenza, una traccia e uno stimolo per ulteriori, approfondite ricerche bibliotecarie e d’archivio. Chi è a conoscenza di qualche altro volume può segnalarlo via posta elettronica.
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12 aprile 2024
[1] Si possono vedere qui: www.raoulpaciaroni.it/pubblicazioni.php
[2] Il presidente è stato Giancarlo Gorini; alla fondazione e, per un periodo, sono stato segretario di quel Circolo. Responsabile per i giovani è stato Claudio Ferracuti, all’epoca custodiva una buona collezione iconografica.
[3] Vi si può leggere anche di altri teatrini del territorio comunale. Una versione ridotta,
ma apprezzata si trova qui: www.teatro.it/notizie/teatro/documento-esclusivo-la-storia-del-teatro-di-caldarola-mc