Cominciamo col chiederci “Cos’è la carne coltivata?”. Conosciuta anche con la definizione di “carne a base cellulare”, rappresenta una innovazione nell’industria alimentare di produzione della carne.
Si tratta di carne che è molecolarmente identica a quella degli animali (che comunemente la gente consuma): manzo, maiale, ecc. Questa carne viene prodotta a partire da cellule staminali, che vengono coltivate in laboratorio, dove si differenziano e si moltiplicano. A tutti gli effetti, dal punto di vista organico, trattasi di carne. Con la variante che non necessita l’allevamento di animali e la loro successiva macellazione, in quanto le cellule vengono “coltivate” in laboratorio.
Insomma è una “invenzione” scientifica, apparentemente etica, che comunque non elimina il consumo di carne, anzi lo incoraggia… Faccio qui presente che il non mangiar carne non ha solo una motivazione etica od ecologica ma è un primo passo per la purificazione della mente. Infatti astenersi dal consumo di carne è conduttivo al riequilibrio psicofisico. L’alimentazione definita “satvica”, corrispondente alla dieta vegetariana, è quella che più si avvicina all’alimentazione naturale dell’uomo. L’uomo è nato frugivoro, la sua conformazione anatomica è simile a quella degli altri animali frugivori, che si nutrono essenzialmente di semi, proteine vegetali, verdure, frutta, tuberi, latte materno, integrando il tutto – ogni tanto – con qualche altro prodotto di origine animale, come ad esempio il latte di altri mammiferi, piccole quantità di miele, uova e simili.
Ovviamente, nella dieta “satvica” la carne non è compresa, poiché essendo un composto organico contenente tossine, è considerato un alimento “tamasico” (oscurante) per la mente (indipendentemente dal modo di produzione). Inoltre la dieta “satvica” va considerata in senso “bioregionale”, ovvero consumare i frutti stagionali che crescono nel territorio ove si vive secondo i cicli naturali.
Paolo D’Arpini
26 marzo 2024