Intervista al colonnello Walter Villadei, astronauta italiano nella missione “AX3 Voluntas”

Pubblichiamo una intervista molto particolare, tratta da un video del Governo italiano, Presidenza del Consiglio dei Ministri, in cui il premier Giorgia Meloni colloquia con l’astronauta italiano, colonnello Walter Villadei, pilota della missione spaziale “AX3 Voluntas”. 

È la sua prima esperienza nello spazio, immagino la sua emozione –  Una emozione fortissima dopo anni di addestramento, un grande sogno personale e uno straordinario risultato di squadra.

Lei ha un ruolo molto importante, impegnato in diverse sperimentazioni in orbita – É una straordinaria opportunità per l’Italia, per crescere in conoscenza, in competenze scientifiche, conoscenze tecnologiche, di sicurezza spaziale e per creare le premesse che consentiranno all’Italia nei prossimi decenni di essere protagonista in un nuovo mondo, quello dell’economia spaziale.

Quali sono le sue mansioni, cosa farà nella stazione spaziale? – Faremo quasi 30 esperimenti, proverò un software nuovo sviluppato dall’Aeronautica basato su dati reali, che consente di calcolare eventuali collisioni in volo tra detriti spaziali e oggetti orbitanti come la stazione spaziale internazionale. Altri studi sono legati alla fisiologia umana ma, soprattutto, questa missione mette insieme le università, l’Agenzia Spaziale Italiana, la Difesa e l’industria. Una grande opportunità per crescere in una collaborazione pubblico-privata.

Quello che fate ha ricadute nella vita quotidiana? – La stazione spaziale è un laboratorio a 450 km di quota, quindi ricerca, innovazione tecnologica e molte di queste attività hanno ricadute dirette sulla vita di tutti i giorni, di tipo sociale, economico,  di sicurezza e di tipo industriale. È una sperimentazione nel presente proiettata nel futuro.

Durante la quarantena pre-lancio e in orbita, lei e i suoi colleghi astronauti europei avete mangiato e mangerete italiano, anche di questo dobbiamo ringraziarvi per aver accettato di essere ambasciatori della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco. – Portarla in orbita ci offre una piattaforma di valorizzazione di quella che è una assoluta eccellenza italiana. È un onore poter supportare questa iniziativa che, per quanto riguarda la quarantena, l’aver avuto la possibilità per due settimane di nutrirci a base di cibo e di ricette italiane è stato un modo straordinario di accompagnare il decollo dell’equipaggio. Sentendo quello che dicono i miei colleghi di questo viaggio è stata la miglior quarantena tra le quarantene degli astronauti. A bordo portiamo un esperimento a base di pasta, importante anche in ottica futura per le eccellenze italiane fatte di tradizione, di cultura, d’innovazione e tecnologia. Tutto diventa l’essenza e la struttura portante di questa missione “AX3”.

Quali altre attività avete in programma? – La maggior parte delle attività sono scientifiche, ci sono anche esperimenti riguardanti i processi che generano le malattie degenerative come l’alzehimer, il parkinson; ma anche alcune tecnologie proposte dalle industrie; proverò per la prima volta nuove tute spaziali che cercheranno di diventare uno strumento per monitorare la salute degli astronauti in futuro, ma anche lo sviluppo di nuovi tessuti avanzati. Parlerò con i ragazzi giù a terra, mi collegherò con le scuole e con gli studenti universitari, per spiegare ai giovani che oggi affrontano scelte importanti di studio quanto lo spazio non sia lontano, anche se può sembrarlo, ma è in realtà una prospettiva molto vicina, molto concreta, che per loro diverrà la normale dimensione con cui confrontarsi nei prossimi decenni: abbiamo bisogno come Paese di giovani entusiasti, accompagnati dalle Istituzioni, di giovani che vogliono scegliere materie scientifiche. Parlare con loro è una attività che considero importante.

Perché il nome “voluntas”alla missione? – Richiama le nostre origini latine, una civiltà che ha fatto della esplorazione e della conoscenza, alcuni dei suoi tratti principali. Poi voluntas intesa come volontà, come aspirazione, desiderio di andare oltre i limiti. Oggi sono limiti fisici: nello spazio a 450 km di quota e ci proiettiamo verso la Luna e un domani verso Marte; e anche i limiti della conoscenza, fare ricerca, sperimentazione, innovazione tecnologica.

Mentre fluttua in microgravità il colonnello Villadei descrive il simbolo della missione con l’aquila dell’aeronautica militare, al centro un drago che vola verso la stazione accompagnato dal tricolore. Poi ci sono 2 date importanti, 1964-2024, i 60 anni dello spazio italiano. Dal primo lancio del generale Luigi Broglio, che lanciò il primo satellite italiano, quest’anno ricorrono i 60 anni, una ricorrenza importante per consentire al nostro paese di rimanere protagonista nei prossimi decenni.

(in neretto le domande rivolte da Giorgia Meloni al colonnello Villadei)

25 marzo 2024

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