Quando iniziammo a pubblicare “La rucola” la distribuzione avveniva tramite un’agenzia e comprendeva Macerata e tutti i paesi della provincia: un successo! Purtroppo le belle storie finiscono e prendemmo una grossa (per noi) buggeratura economica. Un’altra agenzia per la distribuzione ci chiese il “pizzo” per cui passammo alla distribuzione diretta su Macerata e qualche paese vicino. Nel capoluogo erano 40 le edicole dove si poteva acquistare “La rucola” e tutto andava bene fino a quando, una dopo l’altra, le edicole iniziarono a chiudere.
Nei primi anni era una licenza ambita, che aveva un valore a volte anche molto elevato e i più fortunati riuscirono a venderla. Poi la situazione cambiò, le edicole non erano più così remunerative come negli anni passati e cominciò la chiusura. Da 40 edicole oggi ne serviamo appena 16, interi quartieri sono rimasti sprovvisti di giornali, gli utenti sono quasi esclusivamente persone anziane, i giovani non leggono la carta stampata e quella che era la tradizione di passare in edicola al mattino per leggere notizie fatte di cultura e di attualità si avvia tristemente a terminare. Siamo agli sgoccioli.
L’edicolante che ancora tiene è quello che, avendo a disposizione un negozio di ampie dimensioni ha diversificato l’offerta, con i giornali limitati a uno spazio che è sempre più ridotto. Che peccato! Il giornale entrava nelle case e tutti potevano leggerlo. Oggi c’è internet ma non è la stessa cosa. Fummo tra i primi ad aprire un sito informativo che permetteva anche di commentare le notizie ma durò pochi mesi perché subimmo un attacco hacker distruttivo. Ci riprovammo anni dopo con provider ad alta protezione e ancora ci siamo.
Però c’è un problema. Non pubblicando articoli di cronaca spicciola un sito culturale è poco appetibile dalla massa dei “curiosi”, per cui quando mettiamo in rete i nostri articoli questi, nel giorno di pubblicazione, hanno poche letture (con le dovute eccezioni), anche se poi, nel tempo, il sito ha migliaia di letture sui singoli articoli. Questo grazie ai motori di ricerca. Infatti mentre la notizia di cronaca spicciola dura un paio di giorni poi interessa più a nessuno, gli articoli che riguardano personaggi, storia, archeologia, recensioni, tradizioni, dialetto, turismo e via dicendo, nel tempo accumulano decine di migliaia di letture dalle utenze più varie sia dal territorio italiano che da paesi stranieri (USA, Cina, Canada, Argentina, Inghilterra, Francia, Germania…).
Così l’informazione che parte dal nostro territorio viaggia per paesi lontani e raggiunge persone che altrimenti non avrebbero avuto la possibilità di leggerci. Poi ci sono i social (dai quali siamo quasi completamente usciti) dove le notizie o sono davvero di poco spessore (gente che mangia la torta o gattino che gioca…) oppure sono manipolate, quando non veri e propri falsi costruiti ad arte che generano ignoranza. Oggi il mondo va così.
Fernando Pallocchini
20 febbraio 2024