La storia di una rilevante modifica di Macerata: viale Puccinotti e i giardini Diaz

L’origine, anno 1888 – Quando ancora non esisteva il viale Puccinotti, la strada da

piazza Garibaldi scendeva nella valletta in cui sgorgava un piccolo corso d’acqua, che nasceva sulla sommità del colle, poi la strada risaliva verso il Convitto Nazionale. Nel 1888 l’amministrazione comunale, per sistemare la zona, si affidò all’ingegnere Adolfo Tambroni che ideò un lunghissimo muraglione ad “arco di cerchio” sul quale doveva scorrere la nuova strada sopra il notevole terrapieno, con una balaustra a proteggere i passanti da pericolose cadute. La nuova strada facilitò la circolazione stradale e il viale, abbellito con panchine e alberi, divenne la passeggiata preferita dai maceratesi.

Campo boario e ippodromo – Macerata non disponeva di un luogo adatto per il mercato del bestiame il quale dopo la metà dell’800 si teneva lungo le “mura di tramontana” sottostanti le “Monachette”, mentre in inverno nel più assolato viale Trieste, fuori Porta Mercato. Si pensò di usare la valletta sotto il nuovo viale, ripianata, per realizzarci un     moderno Campo Boario. Era necessaria una grande quantità di terra che venne estratta dai lavori della nuova strada per la stazione ferroviaria. Lungo la balaustra del viale si praticò un’apertura dalla quale scendeva la strada provvisoria per portare a terra nello “scaricatoio”. Intervenne la Camera di Commercio chiedendo la realizzazione di un ippodromo permanente per le corse dei cavalli. Nell’ottobre 1891 il campo boario fu aperto ufficiosamente.

La inaugurazione – A Macerata le corse dei cavalli erano lo sport che all’epoca attirava tante persone. Le corse venivano organizzate durante le feste più importanti della città. Come richiesto dalla Camera di Commercio si modificò il primo progetto con la realizzazione di un ippodromo permanente. Questo e il campo boario furono inaugurati in occasione delle festività di San Giuliano del 31 agosto 1892, durante le quali l’Associazione Unione Ippica Marchigiana, appositamente costituita, organizzò delle grandiose corse al trotto.

La Esposizione Regionale Marchigiana – In breve tempo il campo boario e l’ippodromo divennero spazio da utilizzare per esposizioni, manifestazioni di ogni genere e per spettacoli, in particolare quelli circensi. In occasione della famosa Esposizione Regionale Marchigiana, del 1905, l’interno dell’ippodromo fu trasformato in giardino pubblico, realizzando la caratteristica “torta” divisa in quattro parti, con la piantumazione degli ippocastani.

La scuola – Nel 1923, utilizzando un padiglione “Doker” che era stato fornito al Comune durante la guerra del 19151918, per fini sanitari-militari, installato nei giardini pubblici, fu istituita una scuola elementare sperimentale: la montessoriana “Scuola all’aperto”, dedicata ad Armando Diaz. L’insegnante era la conosciutissima Luisa Marchesini.

La rotonda – Nel 1938, l’allora attivissimo podestà Carlo Magnalbò, a metà viale Puccinotti volle creare una “rotonda” sul… mare di verde, per le esibizioni estive dell’allora “Banda municipale”. L’ufficio tecnico comunale approntò un progetto in stile “paralittorio” che, pur essendo esteticamente armonico, purtroppo fu la causa di non pochi guai, in quanto tale intervento, procurandone l’interruzione, spezzò la tenuta del famoso “arco di cerchio” del viale, con conseguenti cedimenti e necessarie opere di consolidamento.

Curiosità dalla stampa dell’epoca

Il Vessillo delle Marche (18/4/1891) – Verso il mezzo delle mura di passeggio è stato posto un palo alto 3 metri con la scritta “Scaricatoio pubblico”. Certi monelli cosa fecero? …Ebbene intorno al palo erano disposte certe…  che esalavano un odore soavissimo.

La Campana (3/9/1892) – L’inaugurazione dell’ippodromo non poteva riuscire più splendida … Il colpo d’occhio era stupendo, la balaustrata gremita di gente, pure i posti distinti e le tribune riservate; al campo più di 3000 persone, 12 carrozze scoperte a due cavalli, compresa quella del Comm. Giorgini tirata alla Dumont e molti altri legni a un cavallo. L’incasso si avvicina a L. 3000. 

Tratto da “Frammenti di storia maceratese – n° 6” a cura di Romano Ruffini

29 gennaio 2024  

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