Oggi il mondo ha preso una forte velocità per cui compie anche delle paurose sbandate

Crediamo che un gran numero di persone, soprattutto quelle avanti con gli anni, parafrasando il titolo di un film italiano del 1970, regista Giancarlo Cobelli, oggi direbbero: “Fermate il mondo… voglio scendere!” È la velocità che impressiona, il turbinio delle innovazioni tecniche spesso troppo improvvise, l’informatica che ha aperto orizzonti talmente lontani dall’uomo comune da essere “invisibili”, ossia non gestibili dalle persone anziane, la evoluzione sociale che sta sconvolgendo quella che fino a pochi anni fa era la normalità consolidata nei decenni… Ne vogliamo parlare?

Innovazioni tecniche – Elenco lunghissimo per cui prendiamo un solo esempio: l’auto elettrica. In sé era auspicata da tempo, ossessionati dai costi dei carburanti e pure dall’inquinamento ambientale però… dateci il tempo di finire le vecchie auto, di portarle dal demolitore quando sarebbero state da buttare, prima o poi sarebbe successo, per sostituirla con l’elettrica. Logico? Affatto! Con gran velocità sono apparsi divieti di circolazione per le Euro 1, poi le Euro 2… fino alle Euro 5 che non possono mettere più piede (pardon, gomma) nelle città! Quindi tutte da buttare. Anche per chi non ha denaro per acquistarne una elettrica, guarda un po’ costosissima, forse proprio perché obbligati da improvvise leggi: improvvide per noi, provvide per i costruttori. Che velocità. Altro che Ferrari o, di questi tempi, Red Bull.

Informatica – Anche qui un esempio esplicativo che coinvolge il solito anziano, questa volta semianalfabeta informatico. Il poveraccio deve prenotare visite ospedaliere via internet (forse ce la fa), deve colloquiare con l’Inps (difficile anche per gli esperti), per non dire dei rapporti da tenere con Poste Italiane, con le banche, con la pubblica amministrazione… che fai? Ti suicidi o, meglio, li mandi tutti a pijàssela ‘n saccoccia, come dicìa llu pòru vabbu. Oggi l’eccesso d’informatica ha reso complicata anche la gestione di un televisore. Ah, bei tempi quelli di Rai 1, 2 e 3 e di Canale 5, Italia 1 e Rete 4, quando bastava schiacciare il numeretto corrispondente.

Evoluzione sociale – A questo punto dobbiamo affrontare il “politicamente corretto” e… forse pioverà: usciamo con l’ombrello sul braccio (chi vòle capì…). Fino a pochi anni fa era normale dire “pane al pane e vino al vino”, ovvero era fisicamente uomo chi portava a spasso il pisello ed era fisicamente donna colei che teneva stretta fra le gambe la passerina per non farla volar via. Questo per la parte materiale, invece per la parte spirituale ognuno poteva sentirsi comme je pare, anche a ruoli invertiti, addirittura un miscuglio. Bene. No, male. Perché questa situazione sociale vecchia come il mondo e da sempre tenuta, come si dice oggi, border line, è stata posta sotto potenti riflettori (politici) e, in tempi rapidissimi, ce la stanno imponendo come normalità, giocando con le terminazioni delle parole, addirittura con gli asterischi (*). Sofismi presocratici per imporre ciò che normale non è. C’era un tale, maschio (bona fide, non ho controllato…) che credeva di essere un cane. Oggi, come lo certifichiamo?

Fernando Pallocchini

16 dicembre 2023           

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