Fine estate, una cartolina dal bosco: grilli, cicale, fruscii e le zampine del mio cane

Ultimo pomeriggio assolato prima del rientro, occasione colta al volo per andare in mezzo ai boschi a respirare un po’ di pace insieme con il mio cane. C’è silenzio, gli unici rumori che si percepiscono sono il ticchettio delle zampine della mia compagna di viaggio, il mio passo aitante e le fronde degli alberi smosse da un vento caldo che monopolizza l’ambiente circostante, anche i grilli e le cicale non cantano, tutto sembra essersi chetato. I sentieri sono gremiti d’erba e iniziano a stagliarsi alcuni fili secchi e le prime foglie ingiallite… che sia già principiato autunno? È buffo rendersi conto di come scorre il tempo, ormai anche lui si è adeguato ai ritmi frenetici del mondo, al caos e alla rapidità. Nonostante gli accenni autunnali la calura non dà tregua e la meta del percorso sembra un miraggio, un’oasi di fresco e pace dove rifocillarsi a tratti più vicina, a tratti più lontana. Arrivato in cima trovo ad accogliermi un delicato tramonto, il sole ormai quasi rubino muore dietro le montagne e il cielo arrossisce, la brezza è più fioca, il caldo si è stemperato e i pensieri si sono dileguati come un destriero selvaggio a cui si sciolgono le redini. A completare questo quadro da cartolina mancherebbe un calice di vino e, perché no, una compagnia con cui condividerlo, contemplare il tramonto per attendere l’alba approfittando del nero della notte per fantasticare e spaziare lontano verso dimensioni senza tempo.

Francesco Sabbatini

24 novembre 2023

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