C’era in terra elpidiense un sacerdote, disperazione del parroco e del vescovo. Era un letterato, matematico, teologo, musicista, tennista, pittore, donnaiolo e tanto altro. Amava le auto spider e vestiva in pantaloncini, maglietta e cappellino. Aveva anche qualche vizietto come il frequentare una bisca clandestina. Questo super prete, aveva il potere di cacciarsi in grossi guai e di uscirne fuori in maniera incredibilmente simpatica e brillante.
Una volta mentre sfrecciava sulla sua potente auto, superando di gran lunga il limite di velocità, fu fermato da una pattuglia della polizia stradale. L’agente lo salutò e disse le parole di rito: “Patente e libretto”. Don Aldone (don Aldo Baldassarri era il suo nome) presentò la patente, come da richiesta. L’agente, dopo aver letto il documento, con gli occhi sbarrati gli disse: “Ma lei è un prete. Adesso che faccio?” Don Aldone col sorriso in faccia (alla don Camillo per intendersi) gli rispose: “ Non so cosa farà lei ma so cosa farei io”. L’agente stette al gioco e lo interrogò di nuovo: “Cosa farebbe lei a un prete che ha fatto una grossa trasgressione?”
Don Aldone gli assestò un fendente (virtuale) ponendo, a sua volta, una domanda: “Se lei viene in chiesa e si confessa da me. Mi racconta di aver fatto un peccato grande, grande, cosa devo fare io? La caccio via, la multo o la assolvo?” Il povero agente con un misto di stupore, rabbia e compassione, gli rimise in mano la patente dicendo: “Vada via, prima che ci ripenso!” Don Aldo non se lo fece dire due volte e sparì. Tornato in città, non ce la fece a tenere per sé il racconto, e fu così che tutto il circondario rise per le sue simpatiche … “malefatte”.
Alberto Maria Marziali
17 ottobre 2023